Crema, 02 dicembre 2024
Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza di Bari stanno dando esecuzione, nelle province di Bari, Torino, Cremona e Lodi, a un decreto di sequestro preventivo di beni, per un valore complessivo di circa 400mila euro.
Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono indagate, in concorso tra loro e a vario titolo, per le ipotesi delittuose di peculato, falso ideologico, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e autoriciclaggio.
L’odierna operazione costituisce l’epilogo di un’articolata attività di indagine che ha permesso di scoprire un rilevante utilizzo di denaro pubblico per fini esclusivamente personali da parte del dirigente generale ad interim e dirigente amministrativo pro-tempore (poi deceduto) dell’Agenzia regionale del Turismo della regione Puglia.
I complessivi e minuziosi approfondimenti condotti dai finanzieri avrebbero consentito di acquisire elementi in merito all'utilizzo personale di una carta di credito ricaricabile dell'ufficio.
In pratica il denaro pubblico, con il concorso dell’allora Responsabile dell’Ufficio Pagamenti, veniva dirottato da un conto di tesoreria su una carta di credito e, successivamente, utilizzato per effettuare innumerevoli prelevamenti di denaro contante e sostenere spese di qualsiasi natura, dai viaggi all’acquisto di attrezzature per la ristorazione o il confezionamento degli alimenti a favore della ditta intestata al figlio del citato ex direttore generale. Gli oltre 160 mandati di pagamento avevano le causali più varie quali, per esempio: fondo cassa, rimborso spese, compenso al direttore, premi assicurativi, traslochi, contributi a carico del personale, versamento per conto terzi, ecc., ma una volta accreditatele somme erano destinate a utilizzi personali. Tutto questo è stato messo in atto dal 2017 al 2021 dai due dipendenti pubblici.
I riscontri investigativi hanno anche individuato molteplici trasferimenti di fondi a favore dei familiari del principale indagato (come detto poi deceduto), i quali, nella consapevolezza della provenienza illecita del denaro, avrebbero contribuito a ripulire le somme a loro accreditate, nonché a reimpiegare i beni strumentali acquistati con i soldi pubblici nell’attività di ristorazione.
Il giudice delle indagini preliminari emesso un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 400mila euro.