Cremasco, 01 dicembre 2024
I Avvento C
La Parola: Ger 33,14-16 Sal 24 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36
Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Adesso che in Libano sembra scoppiata la pace penso che tutti siamo rimasti colpiti dalle immagini che la televisione ci ha mostrato della gioia di quelle popolazioni che ora possono riprendere pian piano uno stile di vita più tranquillo ed umano.
Per la verità mi son chiesto anche come possano festeggiare con tutta la distruzione e le sofferenze che ancora son costrette a sopportare e quindi a superare, con un lungo e duro lavoro di ricostruzione. Ma forse potremmo diventare anche noi un caso simile da studiare perché non è facile capire come riusciamo a celebrare oggi con serenità e tranquillità nonostante le parole e le profezie di Gesù appena ascoltate: abbiamo anche cantato con gioia il solito alleluia, come se niente fosse. Certo lo sappiamo che Gesù ci dice tutto questo non per farci paralizzare dalla paura bensì proprio per spronarci a reagire allo sconforto e a impegnarci a rendere sempre migliore la nostra vita sulla terra mantenendo desta l’attesa del suo ritorno. Eppure temo che questa nostra serenità esteriore possa essere il segno che in realtà, essendo ormai passato molto tempo da quando Gesù ha insegnato e non essendosi ancora verificati questi fatti tremendi da lui annunciati, tanto terribili da far morire di paura tutti gli uomini, la nostra consapevolezza del suo ritorno si sia davvero un po’ affievolita e viviamo nell’illusione che in fondo lui si sia un po’ dimenticato di noi e che ci lasci qui a tribolare con i nostri problemi quasi sorridendo delle nostre malefatte.
Non nascondo che qualche volta anch’io mi lascio andare a pensieri minimalisti chiedendomi quanto Dio possa davvero essere preoccupato del nostro piccolo pianeta e di noi ancor più piccoli suoi abitanti con tutti i miliardi e miliardi di galassie e stelle che lui ha creato nell’universo e di cui si prende ugualmente cura. Ma proprio per questo l’unigenito Figlio, generato e non creato, da sempre presente, anche quando Dio creava il tempo e lo spazio, si è incarnato ed è nato dalla vergine Maria: per dirci quanto l’uomo, ogni uomo, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, sia importante per lui, al punto da farsi come noi, uno di noi.
Cominciamo quindi questo periodo di preparazione al S. Natale con il piede giusto, cioè con la consapevolezza di quanto abbiamo bisogno che ci sia dato un bimbo, quel segno dell’amore di Dio che rende importante ogni avvenimento della nostra storia sulla questa terra.
Quest’anno poi il periodo dell’Avvento è brevissimo e anche la solennità di domenica prossima dell’Immacolata concezione di Maria, che ci fa pregustare la gioia della nascita di Gesù da una degna Madre libera da ogni macchia di peccato, potrebbe suggerirci di ridurre al minimo il nostro impegno di preparazione, come se tutto questo ci fosse semplicemente dovuto e ci possiamo accontentare di tutte le lucine e i regalini e quei contorni tanto carini che rendono così dolce e atteso questo periodo dell’anno. Le parole che oggi abbiamo ascoltato devono invece accompagnarci giorno per giorno incontro a Gesù che viene perché sappiamo davvero accogliere la tremenda e sconvolgente notizia che Dio si fa uomo perché ogni uomo possa diventare Dio, attraverso la grazia del battesimo e poi con tutta la vita impegnata a realizzare la sua volontà. Non possiamo perdere tempo, anche se il Signore è ricco di grazia e di pazienza e attende con calma e fiducia che noi ci accorgiamo della sua presenza e corrispondiamo in pienezza ai suoi doni d’amore con le opere quotidiane a favore di quanti possono aver bisogno di una parola buona, di un aiuto concreto, o magari anche solo di un sorriso perché oppressi dalle loro preoccupazioni.
Mentre ci preoccupiamo di preparare adeguatamente le nostre case con gli addobbi natalizi, con il presepe e con tutte le cose belle che sappiamo fare, cerchiamo di non ritardare la preparazione più necessaria, quella del nostro cuore e della nostra mente, perché il Figlio di Dio che viene in mezzo a noi trovi davvero casa anche in ciascuno di noi, come se fossimo il posto più bello di tutto l’universo dove venire e stare per sempre.