Crema, 25 aprile 2024

(Luigi Dossena e Pier Giorgio Ruggeri) C'è una serie di errori nei nomi delle vie che dovrebbero celebrare personaggi che hanno fatto la storia di Crema e che, poco meno di cento anni fa, un'amministrazione dedicò loro una via. Errori che si sono perpetrati nel tempo, ma che non fanno onore né a noi né a loro.

Si comincia con l'architetto che disegnò la basilica di S. Maria della Croce, gioiello di ispirazione bramantesca. Ci chiamava Giovan Battista Battagio, ma sul targa della via a lui dedicata è chiamato Battaglio; nulla di più sbagliato. La storpiatura del nome colpisce anche il genero di Giovan Battista Battagio, Agostino de' Fondulis, noto artista e architetto della scuola del Bramante che a Padova era a bottega di Donatello e a Milano in quella di Leonardo. A Crema lo si ricorda con una via intitolatagli negli anni '50, nel nuovo quartiere di Crema Nuova, dietro l'attuale sede dell'Asst, ma viene chiamato Fondulo.

Tocca poi a un grande pittore, che lavorò nella bottega di Leonardo a Milano. Stiamo parlando Vincenzo Civerchio al quale è dedicata una via centrale, quella della biblioteca, di alcuni palazzi storici e della chiesetta di S. Maria Stella. Ma il suo nome nella targa della via viene abbreviato in Civerchi.

Sempre in centro c'è la misteriosa via Borletto, della quale nessuno sa dare spiegazioni. La leggenda vuole che l'artigiano che produsse la targa invertì due lettere e dall'originale via Broletto, in ricordo di Venezia, divenne via Borletto e tale restò.

Arriviamo adesso a Pietro da Terno, che una volta aveva una via a Crema Nuova, poi sostituita da via Monsignor Ginelli, il primo prevosto della parrocchia del Sacro Cuore, meglio conosciuta come Crema Nuova. Pietro da Terno non è mai esistito. Il suo nome vero è Pietro de' Gregorj. Terni è la città di provenienza della famiglia che, dopo la permanenza a Crema chiese al re di unire il cognome De Gregorj con Terni e di qui la dinastia prende il nome di Terni de' Gregorj. Ma mai Terno.

Infine, ultimo nome storpiatissimo, quello di frate Agostino Cazzulli, fondatore del S. Agostino, attuale sede del centro culturale, del museo e della sala Pietro da Cemmo. Bene, al lui è dedicata una lunga via che da Ombriano va a Capergnanica, dove il nome è scritto in tutti i modi possibili.

Ma la topica più grande riguarda una lapide che ricorda il martirio degli ostaggi cremaschi durante l'assedio del Barbarossa, terminato nel 1160. La lapide è stata posta nel 1960 a fianco di Porta Serio. Peccato che gli ostaggi, legati su torri alte 20 metri, entrarono in città da Porta Ombriano...