
Rivolta d'Adda, 20 luglio 2024
(Gianluca Maestri) Niente forno crematorio a Rivolta d’Adda. Al termine della relativa istruttoria, regione Lombardia ha deciso per il potenziamento dell’impianto esistente di Bergamo, con la realizzazione di una linea aggiuntiva per 1200 cremazioni all’anno e per la costruzione di un nuovo impianto a Desio, formato da due linee per 2400 cremazioni all’anno. Stop.
Le manifestazioni d’interesse alla realizzazione di forni crematori o al potenziamento degli impianti esistenti presentate al Pirellone sono state sedici, fra cui quella di Rivolta d’Adda, inviata a Milano nel marzo scorso. Di queste sedici solo tre sono state dichiarate ammissibili e due, per l’appunto, sono state giudicate idonee all’attuale fabbisogno.
Nella manifestazione d’interesse in questione il comune rivierasco era capofila di un protocollo d’intesa formato da trentotto comuni dell’area omogenea del cremasco. La decisione dell’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Giovanni Sgroi aveva dato adito a non poche polemiche anche fra le forze politiche locali.
Era stata anche avviata una raccolta-firme per il no all’impianto. Più di ottocento le sottoscrizioni raccolte in questi mesi.
Così Jason Misani, uno dei promotori della raccolta-firme. “Non arriviamo a pensare che la petizione abbia avuto effetti sulla decisione della Regione ma l’impatto a livello locale è stato forte. Più di ottocento firme, tutte di persone di Rivolta, sono un bel segno della volontà del paese di cui anche le future amministrazioni dovranno tener conto”.