
Dal territorio, 10 luglio 2025
"Nessuna vergogna per il consiglio regionale della Lombardia, che ha cercato, clandestinamente, di aumentare di circa 555 euro lordi il mese l'indennità dei consiglieri allineandola a quella delle altre Regioni. Fratelli d'Italia, Pd e Lista Fontana, hanno portato avanti, in commissione Bilancio della Lombardia, l'emendamento, poi ritirato ieri, 9 luglio, da Federico Romani di FdI. Nella regione dove ci sono tagli alla sanità, alla scuola e ai trasporti, dove trovare una casa è un privilegio e un posto fisso una chimera, la solita Casta pensa ai propri interessi, fregandosene di lasciare una Lombardia senza diritti e senza servizi. I soldi servono ai cittadini in assestamento di Bilancio, servono per garantire una casa, le cure e un salario minimo. L'ingordigia politica è un vizio difficile da togliere. A destra e a sinistra", conclude l'eurodeputato 5 Stelle, Pedullà.
A conti fatti, nelle tasche dei consiglieri regionali della Lombardia sarebbero finiti fino a 555 euro in più al mese. Ma l’emendamento all’assestamento di Bilancio è stato ritirato mercoledì da Federico Romani (Fratelli d'Italia) prima che potesse essere discusso in Commissione Bilancio. Il testo era firmato da tre dei cinque componenti dell'Ufficio di presidenza: Romani, Giacomo Basaglia Cosentino (Lombardia Ideale) e Jacopo Scandella (Pd). Non un blitz bipartisan, dunque, ma nemmeno una scelta monopartitica.
Proponeva di eliminare il taglio del 5% alle indennità che la Regione si era auto-imposta nel 2013 come ulteriore decurtazione dopo il tetto ai compensi imposto dal governo Monti nel 2012, in epoca di spendig review.Inoltre, il documento modificava la suddivisione della cifra: 55% per indennità di carica e 45% per rimborso spese (ora le quote sono 60% e 40%). Una mossa che avrebbe agevolato le detrazioni per le erogazioni liberali fatte dai politici ad associazioni e opere pie, oltre che ai partiti di appartenenza. Con le due modifiche i consiglieri lombardi avrebbero potuto raggiungere gli 11.100 euro al mese, in linea con le indennità date nelle altre Regioni.
Il testo, però, non è stato nemmeno presentato. Le segreterie regionali dei partiti di centrodestra hanno chiesto più tempo per confrontarsi sul tema. E anche i vertici nazionali dei partiti, non coinvolti, hanno storto il naso. Niente «aumento», quindi. Contrario all'emendamento anche il capogruppo del Pd in Lombardia, Pierfrancesco Majorino: «Sono e resto contrario a un aumento dell'indennità dei consiglieri regionali anche in coerenza con la mia posizione già espressa sulle questioni previdenziali - spiega -. Ho comunicato in questi giorni la mia posizione ai colleghi di maggioranza. Fortunatamente non se ne è nemmeno discusso perché la proposta è stata molto opportunamente ritirata».
In tema di indennità, a marzo scorso l'aula del Pirellone ha dato il via libera al ritorno dei mini vitalizi per i consiglieri regionali lombardi, aboliti nel 2013. D'ora in poi i consiglieri che vorranno potranno farsi trattenere l’8,8% dell’indennità di carica (556 euro al mese sul totale di 6.327). La somma, incrementata di 2,75 volte, verrà poi rivalutata sulla base del tasso annuo di capitalizzazione. Compiuti 65 anni e dopo un mandato di almeno 5 anni, riceveranno circa 600 euro al mese lordi.