Crema News - Crema - "Io, stavolta, mi arrabbio" Bergamaschi e Beretta, lite sul ponte di via Cadorna

Crema, 13 luglio 2025

"Credo che in ogni persona ci sia qualcosa da ammirare, da cui trarre esempio. Nel caso del consigliere Beretta c’è sicuramente l’autostima".

Lo dice il sindaco Fabio Bergamaschi, che replica alle considerazioni in piazza del consigliere Simone Beretta.

"Beretta continua imperterrito a sfruttare ogni occasione per trasformare la vicenda del ponte di via Cadorna in una guerriglia contro l’amministrazione comunale. Di fatto contro la città e i suoi interessi". 

Il sindaco rivendica come un grande risultato essere passato dai 12 mesi di chiusura assoluta ai quattro (più tre di senso unico).

"Ora bisognerebbe dialogare in modo serio e istituzionale tra forze politiche, oltre le appartenenze e i giochini della piccola politica, per identificare le migliori mitigazioni al disagio che comunque verrà a crearsi una volta avviato il cantiere. E per questo stiamo dialogando con i cittadini, residenti e commercianti. Abbiamo il tempo e il modo per farlo, ma soprattutto ne abbiamo la volontà come amministrazione comunale, perché sistemare un ponte ammalorato non è qualcosa né di sinistra né di destra. E la città lo ha capito"

E il sindaco conclude: "Viene da pensare che questa pervicacia del consigliere Beretta di utilizzare l’argomento del ponte di via Cadorna in modo scomposto, come clava sia un mero posizionamento politico di contrasto aprioristico all’amministrazione, per ritornare a imporsi in posizione centrale e di riferimento all’interno del centrodestra cremasco. Da questo punto di vista non possiamo che essere felici del fatto che Beretta sia ritornato nel suo habitat naturale e ivi abbia ritrovato tutto il suo brio. Siamo felici che sia ritornato leader del centrodestra cittadino. E’ un elemento di chiarezza per tutti. Spero che una volta riprese in mano le briglie della sua coalizione sappia poi comportarsi in modo più dialogante sui temi importanti della città".


(dir) Be', a noi non sembra che Beretta sia il leader del centro destra (abbiamo chiesto conferma...) né che sia mai stato nel centro sinistra (tranne in campagna elettorale quando ha detto chiaramente che non avrebbe appoggiato Borghetti).

Ma non entriamo nella lite sindaco - Beretta, ma nel merito del ponte di via Cadorna, perché anche qui si può discutere. Aver portato la chiusura del ponte da 12 mesi a quattro non è una grande vittoria. Qui vicino i ponti li fanno in poche settimane. Aver cambiato e pagato tre progetti, sempre stilati dalla stessa azienda che ci è venuta a dire (a Castelnuovo a gennaio) che per fare un ponte nuovo ci vuole più di un anno, non è un grande risultato. Perché questi progetti sono costati più di 200mila euro a noi cittadini e il fatto che il sovrintendente abbia cambiato idea tre volte non ci entusiasma perché alla fine paghiamo sempre noi. E anche in questo caso vale il notissimo proverbio che fa e disfa l'è tot laurà.

Parliamo della scelta della ditta che deve lavorare? Chi paga? Noi. E quindi si deve partire dal presupposto che la ditta deve poter lavorare su due turni e che i lavori si possono e si devono finire in due mesi. Perché il ponte si fa in officina e non in loco. Perché per tirar giù il ponte vecchio, sistemare le spalle e il pilone centrale ci vogliono quattro mesi se si lavora su un turno di otto ore per cinque giorni la settimana (l'ha detto l'architetto Benfatto in commissione, senza specificare quanti uomini devono impiegare per stare nei quattro mesi di chiusura). E siccome la matematica non è un opinione, si deve prendere una ditta che metta disposizione più uomini per più ore. Prima di fare assegnare l'asta e non dopo promettendo più soldi se questa azienda vincitrice non può o non vuole metterceli gli uomini in più. Altrimenti il rischio è quello della tangenziale: tre uomini a lavorare per nove mesi di traffico alternato. Tre uomini, nove mesi...

Non è facile arrivare al risultato? Certo, ma per questo ci sono persone capaci di trattare e trovare la soluzione che serve alla città. Non alla ditta che fa i lavori.

Sottopasso docet.

(Con tutto il rispetto e ricordandoci le oltre mille firme che questo giornale ha raccolto contro la chiusura insensata di un anno. Sulla quale adesso concordate anche voi).