Rivolta d’Adda, 31 dicembre 2024
(Gianluca Maestri) Divertirsi si, fare baccano a spese della quiete pubblica no. È con l’intento di impedire che il capodanno degeneri in situazioni non consone alla civile convivenza che il sindaco Giovanni Sgroi ha deciso di usare il pugno duro firmando un’ordinanza che da ieri e fino al 28 gennaio prossimo stabilisce alcuni, severi divieti.
Primo fra tutti, quello di far esplodere fuochi pirotecnici di qualsiasi tipologia, compresi petardi, mortaretti e artifici similari, nonché di fuochi pirotecnici di libera vendita, all’interno del centro abitato al quale si aggiungono il divieto di stazionamento, dalle 23 sino alle 5 del giorno successivo sotto i portici pubblici della piazza Vittorio Emanuele II al di fuori delle pertinenze esterne dei pubblici esercizi e quello di consumare dalle 23 sino alle 5 del giorno successivo, all’interno del centro storico (delimitato dalle circonvallazioni via Piave, via Isonzo, via XXV Aprile e via Monte Grappa), alimenti e bevande sull’area pubblica al di fuori dei pubblici esercizi e del relativo plateatico esterno. Non solo, l’ordinanza vieta anche la circolazione, dalle 23 sino alle 5 del giorno successivo, a tutti i veicoli all’interno del centro storico ad eccezione di quelli dei residenti, degli operatori pubblici a servizio del comune, di quelli che devono effettuare operazioni di carico e scarico, dei veicoli a servizio di disabili e dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine.
Sgroi e la sua amministrazione hanno optato per questa ordinanza anche a seguito degli episodi di schiamazzi e di rumori molesti che hanno costretto le forze dell’ordine ad intervenire a più riprese sia in piazza Vittorio Emanuele II che nelle vie limitrofe nelle notti dell’anti-vigilia, della vigilia, di Natale e di Santo Stefano e delle numerose lamentele arrivate dalla cittadinanza per schiamazzi e rumori molesti derivanti anche da un utilizzo improprio dei veicoli oltre che dall’occupazione della sede stradale e degli spazi pubblici che spesso si verificano in luoghi scelti da gruppi di giovani come ritrovo.