Crema News - Pasini assolto, ecco la sentenza

Crema, 25 gennaio 2022

Pasini è stato assolto perché non ci sono prove che giustifichino una condanna per omicidio. Queste le conclusioni scritte nella sentenza depositata oggi dal giudice Elisa Mombelli che il 29 ottobre scorso aveva emesso la sentenza di assoluzione per il reato di omicidio nei confronti di Alessandro Pasini e aveva condannato lo stesso a sei anni di reclusione per occultamento e distruzione di cadavere.

Stiamo parlando della vicenda che ha visto la morte di Sabrina Beccalli, all'alba del 15 agosto del 2020 nella casa di via Porto Franco, dove si era appartata con Pasini per consumare droga. Dopo il clamore suscitato in aula alla lettura della sentenza, oggi il giudice ha depositato le motivazioni che l'hanno portata a convincersi che in quell'occasione non vi fu reato, ma che la causa della morte della 39enne cremasca fu un malore probabilmente causato dall'assunzione di stupefacente. Il giudice ha sposato le tesi della difesa, enunciati dagli avvocati Paolo Sperolini e Stefania Amato, i quali, avvalendosi anche delle consulenze dei tecnici, avevano messo in evidenza come non vi fossero prove certe a carico del loro assistito, presente in aula e in galera da 14 mesi.

Nella sentenza si legge, tra l'altro, come Sabrina Beccalli quella notte, dopo essere stata con Degli Angeli, avesse insistentemente chiamato Pasini, senza avere risposte e poi, quando aveva chiamato Degli Angeli, avendo saputo che Pasini era con lui, aveva insistentemente chiesto di parlarli, concordando poi con lo stesso l'appuntamento fatale per poco dopo. Non è stata tenuta in alcun conto la testimonianza della donna che poco prima delle cinque di quel mattino aveva sentito gridare e aveva avvertito le forze dell'ordine. E' stato invece considerato favorevolmente il fatto che lo stesso Pasini avesse da subito confessato di aver bruciato il corpo nell'auto della Beccalli, inizialmente non creduto dagli inquirenti che poi avevano dovuto ravvedersi. In prima battuta le indagini avevano detto che i resti trovati all'interno della Panda bruciata nella campagna di Vergonzana la sera del 15 agosto erano di un cane e solo alcuni giorni dopo era stato accertato che si trattavano dei poveri resti di Sabrina. E proprio questo fattore, secondo il giudice, ha condizionato pesantemente le ricerche: "L'indagine è stata viziata da un clamoroso errore verificatosi nelle sue fasi iniziali che, avendo determinato la irrimediabile dispersione di gran parte dei resti della donna, ha di fatto impedito di accertare il meccanismo del decesso", c'è scritto nella sentenza depositata oggi.

Nessun commento da parte dell'avvocato di parte civile Antonino Andronico, che tutela gli interessi della famiglia Beccalli. Adesso la palla passa alla procura che ha 45 giorni per presentare ricorso in appello, mentre la difesa potrebbe appellarsi contro la condanna a sei anni di reclusione nei confronti di Pasini, comminatagli per la distruzione del cadavere.


Nella foto, Alessandro Pasini