Crema, 17 gennaio 2025
Non ti basta lo stipendio? Aumentatelo.
E' quello che ha fatto un funzionario del comune di Verolavecchia, residente in provincia di Cremona. E lo ha fatto sistematicamente dal 2005 al 2023, quando finalmente è stato sorpreso con le mani nel sacco. Interrogato e messo alle strette dalla Guardia di Finanza di Cremona, l'uomo ha ammesso gli addebiti e ha restituito il maltolto: 162.182 euro. Andrà comunque a processo per peculato, truffa aggravata ai danni dello stato e falso ideologico.
La vicenda verte attorno a un funzionario del comune bresciano il quale, potendo utilizzare l firma digitale, aveva capito che avrebbe potuto operare sull'importo del suo stipendio senza che nessuno se ne accorgesse. E così ha fatto, aumentandosi di fatto lo stipendio e accreditandoselo in banca. In totale, negli anni, questa persona ha ottenuto 162.182 euro in più. Ma, non contento e capito che il trucco funzionava, nel corso degli anni ha anche predisposto finti mandati di pagamento a favore di suoi parenti per un totale di 186.682 euro.
Alla fine a qualcuno è venuto qualche dubbio e ha chiesto alla Guardia di Finanza di indagare. I finanzieri hanno così scoperto l'arcano e trovato su vari conti correnti il denaro sottratto illegalmente.
Chiamato a rispondere di queste entrate, il funzionario ha ammesso gli addebiti e ha restituito le somme sottratte al comune, inerenti a quelle percepite in più sul suo stipendio, cioè 162.182 euro, con tante scuse. Il che, comunque, non lo salverà da un processo nel quale dovrà rispondere di peculato, truffa aggravata ai danni dello stato e falso ideologico.
La Guardia di Finanza è arrivata a scoprire quanto messo in atto dal funzionario in quanto la stessa persona, con un complice, aveva perpetrato lo stesso tipo di raggiro nel cremonese, nell'unione dei comuni delle terre e dei castelli di Pessina, Torre de Picenardi e Isola Dovarese. Per quei reati questa persona è stata condannata in primo grado a tre anni e due mesi di reclusione.