Dal territorio, 17 gennaio 2025
(Annalisa Andreini) Oggi si è celebrata la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali in tutta Italia attraverso la rete delle Pro loco.
La giornata è stata istituita nel 2013 dall’Unione nazionale delle Pro loco per sensibilizzare istituzioni e comunità locali alla valorizzazione di un patrimonio culturale così ricco di sorprese.
Ma come sta il nostro dialetto cremasco?
Benissimo a quanto pare.
Ovviamente ripristinarlo nel linguaggio di tutti i giorni sarebbe utopistico ma il suo utilizzo è ancora molto vivo e non solo per la terza età, come si potrebbe pensare, e non solo in un ambito specifico.
Tutte le aree del vivere comune sono interessate al dialetto cremasco: cartelli stradali che indicano i nomi dei paesi in dialetto accanto a quelli nella lingua italiana, nomi di alcune iniziative sociali (come per esempio “Femm quater pass per Pandì”), nomi dei piatti della tradizione nei menu dei ristoranti e nomi degli utensili in alcuni musei, nomi di alcune iniziative ( nomi di compagnie e rassegne teatrali locali come Stelline, come pure i testi dei copioni delle commedie, che vengono rappresentate e i numerosi versi poetici di autori locali.
Il prossimo 25 gennaio gli Schizzaidee di Bolzone presenteranno un loro cavallo di battaglia, dal titolo in dialetto “Tai e ritai” al
Teatro di San Bernardino, dove da 18 stagioni c’è Stelline, rassegna teatrale delle compagnie dilettantistiche che recitano perlopiù in dialetto e dove sono in programma 14 commedie di cui sette dialettali.
Ma a cosa è legato l’obiettivo di riprendere e recuperare il dialetto?
Conservare alcuni modi di dire e vocaboli, che si tramandano nelle tradizioni familiari e che rischierebbero di scomparire.
E poi poter far ritrovare a tutti, grandi e piccini, un senso di identità e un senso local vincolato al territorio.
I termini in dialetto sono infatti ancorati all’amore per il focolare e gli affetti familiari, per il proprio paesino e la propria comunità ma anche per il tempo lento, fatto di piccoli gesti ma di grandi attenzioni.
La cucina la fa sicuramente da padrone: si passa dai Turtèi alla “Turta bertulina”, dal nusèt o pipèto ai ciudei, dal furmai alla padèla, dal melgòt al bicér.
Una chicca: sono sempre più frequenti le marche di alcuni prodotti, soprattutto artigianali, che scelgono nomi in dialetto( cremasco e bergamasco), come il “Burro Del Belo Ecc” di Sergio Arrigoni.