Crema, 16 novembre 2024
(Marco Degli Angeli) Con il 35° sforamento della soglia dei 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo, avvenuto nella giornata di ieri, Crema fallisce anche quest'anno l'obiettivo di restare per la prima volta al di sotto dei 35 giorni di sforamento della soglia del decreto legislativo 155 del 2010, anche se ci è andata vicino, rispetto agli anni passati.
La centralina di via XI Febbraio, situata in mezzo a un parco verde, durante l'ultima giornata di rilevamento, quella di ieri, ha toccato il valore di 68 µg/m3. Come sempre i maggiori indiziati sono il traffico veicolare, i riscaldamenti domestici e le emissioni di fonte agricola e zootecnica. Nel nostro caso, il maggiore indiziato è il riscaldamento, unito al traffico veicolare (discosto dalla centralina). Ancora peggio la situazione registrata dalle centraline Arpa in altre aree della provincia. A Cremona sono 40 da inizio anno i giorni di sforamento del PM10 e quelli di pm2.5 hanno un valore d'allerta da più di 10 giorni consecutivi. A Soresina sono invece già 53 i giorni con troppo inquinamento, con un picco registrato mercoledì scorso di 81 µg/m3. Per l'ennesima volta quindi i cittadini cremonesi e cremaschi dovranno rassegnarsi a vivere le ultime settimane del 2024 da fuorilegge e continuare a respirare aria inquinata dannosa per i propri polmoni, in particolare per anziani, bambini e malati cronici.
In una situazione di tale allarme risulta quindi preoccupante la decisione della giunta lombarda guidata da Attilio Fontana, di autorizzare nuovamente gli spandimenti di liquami (lo scorso giovedì) con il conseguente aumento dei livelli del particolato ultrafine che si forma quando le emissioni da traffico incontrano l’ammoniaca che esala dai liquami zootecnici sparsi sui campi. Non bastasse questo anche l'assessore leghista all'Ambiente Giorgio Maione ha sorprendentemente presentato un emendamento per eliminare l’obbligo della Valutazione di Impatto Ambientale per tutti gli impianti di biogas collegati agli allevamenti intensivi.
Tenete il respiro.
Per quanto riguarda le statistiche, lo scorso anno i giorni di sforamento furono 38 e il 36° giorno fu il 20 novembre. Nel 2022 ci furono 60 giorni di sforamento con il 36° giorno fatto segnale il 28 marzo; l'anno prima 53 i giorni di sforamento e il 36° giorno segnato il 31 marzo. Nel 2020, anno Covid, 74 giorni sopra la soglia di attenzione e 36° giorno segnato il 18 marzo. Nel 2019 i giorni furono 70 e la soglia superata il 1° marzo.