Dal territorio, 17 gennaio 2025
(Annalisa Andreini) Giornata mondiale della pizza.
Perché la pizza, diciamolo, mette allegria e buon umore.
La classica frase “Ci vediamo per una pizza insieme” è il modo più comune per condividere un piatto amato da sempre.
Oggi si festeggia il Pizza day ma in tutte le regioni italiane e le città del mondo (anche a Pechino), la pizza ormai è entrata nei menu di tutti i giorni. Solo in Italia ne produciamo 2,7 miliardi all’anno (siamo i primi nella classifica europea) con un consumo di 200 milioni di chili di farina e 260 milioni di chili di pomodoro. La pizza è sempre buona, in qualsiasi momento della giornata ed è per tutte le età. Non ha target di preferenza.
Piace a tutti.
È nata come piatto molto povero (l’invenzione sembra risalire al giugno 1889 da parte del cuoco Raffaele Esposito in onore della regina Margherita di Savoia) e semplice che, nei suoi colori basilari, rappresentava la bandiera italiana: pomodoro, mozzarella e basilico.
Il suo segreto è sempre stato racchiuso proprio nella semplicità di pochi ingredienti, preferibilmente di qualità.
In questo breve excursus non si può non citare l’importanza della tradizione napoletana, da sempre magistrale nella preparazione della pizza e depositaria di un sapere antico.
Le pizze più richieste nel mondo?
Quattro stagioni e bufalina, ma anche diavola e capricciosa.
La margherita ha perso un po’ di fronte alla ricerca della combinazione più sfiziosa.
Così la pizza si è evoluta molto in questi ultimi anni, proponendo prima la pizza gourmet con i vari topping( termine un po’ inflazionato)e anche la pizza contemporanea con tavoli conviviali e forbici fornite a ogni commensale per ritagliarsi gli spicchi.
Alcuni locali sono così al passo con i tempi da proporre addirittura più tipologie di pizze e accontentare così tutti i clienti: classiche, innovative con ingredienti speciali (selezionati da aziende locali e artigianali), a padellino e a ruota di carro, con cornicione più o meno pronunciato.
Anche a Crema e nel territorio cremasco le proposte diversificate non mancano: rimangono ancora ben salde le pizzerie tradizionali di una volta, che hanno clienti ormai affezionati come la storica pizzeria Severgnini di Capralba (che ha compiuto 50 anni di attività) oppure la pizzeria Tiraboschi di Sergnano, che oltre alla classica pizza ha introdotto anche la scrocchiarella con un lungo tempo di lievitazione, l’utilizzo di farine selezionate e topping di ingredienti artigianali e le scrocchiarelle del Ciack di Crema, dove viene proposta la Cremasca, con salva, tighe, fichi cotti, miele e mozzarella fior di latte.
A Vailate, accanto alle storiche trattoria del Gallo e bar Sport, anche la new entry Pizzeria da Attilio 3.0 che presenta diverse proposte tra cui la skrokkia, un impasto leggero e croccante. Una delle ultime creazioni è la pizza Gamberina, un incontro suadente tra la delicatezza del gambero e la croccantezza della mandorla.
In città si può spaziare dalla tradizione della pizza proposta dalla storica pizzeria La Speranza, con la sua piazza Vesuvio, un'idea...vulcanica, fino all’ampia selezione di pizze proposte da Fortunato Amatruda nel suo locale Anima Romita, pizzeria contemporanea premiata con tre spicchi dal Gambero Rosso e vincitrice del premio “Ode al pomodoro" per Identità Golose 2024
Lo chef ha dichiarato di aver raccolto la sfida dell’alta cucina e delle preparazioni vegetali, anche reinterpretando alcuni piatti appartenenti alla classicità. Da sottolineare la sua attenzione al mondo green (vegetariano e vegano) con proposte ricercate con cura e la sua speciale Pizza marinara, la più povera delle pizze in assoluto ma valorizzata nella sua essenza.