
Crema, 20 luglio 2021
Domenica mattina i sette profughi arrivati in città tre settimane fa grazie al progetto Corridoi umanitari della Cei attraverso la Caritas, sono stati presentati alla comunità. Si tratta di una famiglia somala, composta da papà Ibrahim, mamma Nima e i piccoli Abdigani e Abdul-Karim e tre giovani, tra i 25 e i 30 anni: Hissein e Mahamat provenienti dal Ciad e Hubert dal Camerun.
A dar loro il benvenuto, dopo la messa presieduta dal vescovo Daniele e concelebrata dal parroco don Michele Nufi e da don Mario Piantelli – da cui i rifugiati sono stati esentati in quanto musulmani – oltre a una folta rappresentanza del gruppo di 25 volontari dell’Unità pastorale San Giacomo-San Bartolomeo che li hanno “adottati”, ai responsabili e operatori della Caritas e a diversi parrocchiani, anche la sindaca Stefania Bonaldi, insieme all’assessore al welfare Michele Gennuso, essendo l’amministrazione comunale cittadina partecipe del progetto.
Don Michele nella breve introduzione alla celebrazione e più diffusamente poi il vescovo nell’omelia hanno evidenziato il significato di fondo dell’accoglienza.
In apertura di presentazione i convenuti hanno ascoltato gli inni nazionali di Somalia, Ciad, Camerun e quello italiano.
Il direttore della Caritas diocesana, Claudio Dagheti, nell’esprimere la gratitudine alla comunità di San Giacomo per la disponibilità all’accoglienza, ha evidenziato come dal 2011 siano già arrivati nel nostro territorio, in modo sicuro e regolare, circa 500 profughi.
Chiudendo il momento, don Michele ha detto di aver “fretta che questi nostri amici possano essere integrati e promossi nella loro autonomia, perché dietro c’è la fila”, ha precisato. Riferendo inoltre che proprio il giorno prima è stato aperto un corridoio anche con l’Etiopia, Paese con cui l’Unità pastorale ha un legame speciale.
Nella foto, la cerimonia