Pandino, 14 giugno 2021

Il comune diffonderà informazioni e farà memoria su quanti hanno subito violenze e sono stati uccisi nelle foibe dai partigiani del maresciallo Tito nel periodo compreso fra la fine della seconda Guerra Mondiale e l'immediato dopoguerra. L’impegno dell’ente è stato assunto formalmente sabato, a Trieste, durante un incontro con il vicesindaco Paolo Polidori e il presidente dell'Unione Istriani Massimiliano Lacota. Per il comune erano presenti il sindaco Piergiacomo Bonaventi, gli assessori della sua giunta ed il capogruppo di maggioranza Alessandro Mariconti. I contatti con l’Unione degli Istriani sono stati presi, inizialmente, dall’assessore al turismo e commercio Riccardo Bosa che da tempo segue da vicino le vicende delle foibe. “Abbiamo visitato a Padriciano -riferisce l’assessore alla cultura Sara Sgrò- il sito presso il quale venivano accolti coloro che avevano abbandonato le proprie terre per sfuggire all'orrore di cui sarebbero caduti vittime. Si trattava di persone oneste, che conducevano una vita normale e che si sono ritrovate a vivere un incubo. Erano state costruite piccole baracche per ospitarle, e lo spirito di adattamento era d'obbligo, in quel contesto. Abbiamo poi visitato la foiba di Basovizza e un'altra foiba estremamente profonda: gettandovi un sasso all'interno, si poteva avere facilmente contezza della terribile profondità ascoltando il rumore prodotto dal sasso contro le pareti, man mano che scendeva. Quindi abbiamo siglato un protocollo d'intesa fra il Comune di Pandino e l'Unione Istriani per sancire l'inizio di un percorso di attività che, in parte, abbiamo già realizzato e che saranno previste in futuro al fine di fare memoria. Troppo spesso le ideologie politiche portano a censurare o ignorare verità storiche scomode. È giusto invece, che la verità emerga, qualunque essa sia”.


Nelle foto, la firma del protocollo