Castelleone, 22 novembre 2022
(Gian Luca Maestri) Dare un volto e una storia a coloro, fra i quali anche un castelleonese, che durante la seconda guerra mondiale condivisero la prigionia in Germania con suo nonno Cesare, o che comunque vissero gli spazi della fabbrica di aerei della Erla-Werke, a nordest di Lipsia, dove l’ex combattente veneto fu costretto a lavorare.
È l’intento di Stefano Furlanetto, veneziano, dipendente pubblico e ricercatore amatoriale. Stefano, con passione e dedizione, ha già effettuato una gran mole di lavoro cercando e trovando notizie sui compagni di prigionia del nonno, a partire dai caduti, a quali ha riservato un capitolo del diario che Cesare Furlanetto tenne in quell’epoca e che lui stesso ha interamente trascritto dall’originale. Ora è il momento di dedicare tempo ed energie per onorare la memoria di altri prigionieri italiani che da quella fabbrica transitarono, fra cui anche Francesco Spoldi, che dai documenti risultava residente a Castellone e al quale ancora va dato un volto ed una storia. Da qui l’appello di Stefano, postato sulla pagina Facebook “Sei di Castelleone se…”. Se qualcuno in città avesse materiale relativo allo Spoldi oppure sapesse come e da chi recuperarlo, può contattare Furlanetto su messenger o all’indirizzo di posta elettronica prigionierinellastoria@gmail.com. “All’inizio della mia ricerca –racconta Stefano- mi sono dedicato a coloro che condivisero la prigionia con mio nonno; ora vorrei dare un volto anche a tutti gli IMI (internati militari italiani) che transitarono per quella stessa fabbrica per arricchire il diario del nonno con un’integrazione oppure in vista di una nuova pubblicazione”. Il castelleonese Spoldi non incontrò mai Cesare Furlanetto. “Stando ai documenti –conclude Stefano-, mio nonno arrivò alla fabbrica nel maggio 1944 mentre nel marzo dello stesso anno Spoldi venne trasferito al lazzaretto Zeithain, dove purtroppo il suo nome figura fra quelli dei caduti”.
Nelle foto, Stefano Furlanetto e il documento del nonno