Crema, 05 maggio 2022
E' notizia di questi giorni che l’amministratore delegato di Trenord Marco Piuri, che è anche direttore generale di Fnm (Ferrovie Nord Milano), l’azienda regionale di trasporto ferroviario, ha ottenuto nel corso degli ultimi due anni aumenti molto consistenti del suo compenso annuale.
In virtù di questi due ruoli, del secondo in particolare, il top manager del nostro sistema ferroviario regionale percepisce oggi, tutto compreso, 568mila euro, con un aumento consistente nel corso del 2020, l’anno nero della pandemia. Non abbiamo dubbi sulla correttezza formale della definizione di questa cifra, ma ci chiediamo se sia stato opportuno aumentarla addirittura in un anno orribile per il trasporto pubblico, durante il quale le aziende di trasporto sono state fortemente sostenute dai contributi straordinari pubblici perché profondamente in crisi. Insomma, mentre a Trenord piangevano miseria e tagliavano corse, il vertice vedeva lievitare il proprio compenso. Non c’è bisogno di chiedersi che cosa ne pensino i pendolari, ma credo che nessuno se ne sia preoccupato.
L’incremento è dovuto sostanzialmente a un bonus di oltre 200mila euro, assegnato non da Trenord, ma da FNM. L’importo è legato all’aver concluso con successo alcune acquisizioni societarie, in particolare di aver portato a termine l’integrazione di Milano Serravalle, la società autostradale che gestisce un tratto della A7 e le tangenziali milanesi, che possiede quote rilevanti nella Brebemi e nella Tem, la tangenziale esterna di Milano. Ma come, il manager che deve far funzionare la mobilità sostenibile, quella ferroviaria, viene premiato perché integra una società autostradale che fa profitti sul transito di auto private e Tir? Io credo che in Regione Lombardia, che controlla FNM e quindi Trenord, non ci sia un’idea né un progetto di mobilità sostenibile. Anzi, che non ci sia proprio un’idea di mobilità per la Lombardia dei prossimi anni.
Nella foto, Marco Piuri, Ad di Trenord