Crema News - Rispondere con coerenza Don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione

Cremasco, 09 giugno 2024

X ordinaria B

 La Parola:                 Gen 3,9-15  Sal 129  2Cor 4,13-5,1  Mc 3,20-35:

 Dal Vangelo secondo Marco             Mc 3,20-35

 In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».

Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Domenica davvero eccezionale per noi. Per la prima volta ci saranno le cresime a livello di Unità Pastorale. In maniera particolare quindi per riconoscere i ragazzi ci siamo affidati al buon vecchio sistema di collegarli ai rispettivi genitori e famiglie. Perché in effetti nella nostra tradizione i sacramenti sono ancora un evento che interessa tutta la famiglia.

Anche il vangelo di oggi sembra parlarci della famiglia, proprio quella di Gesù, sia per le malelingue che lo vogliono parente addirittura del diavolo, sia per la parte positiva dei suoi di casa che lo cercano e vogliono stargli vicino, forse anche per proteggerlo dai nemici e dalle incomprensioni. Ma soprattutto è l’ultima e bellissima frase che pone veramente al centro la famiglia di Gesù, perché ovviamente parla anche di noi. In modo semplice e coerente il Signore Gesù ci dice che non basta ricevere i sacramenti, Battesimo, ’Eucarestia o la Confermazione per potersi dire parte della sua famiglia: per lui conta soprattutto fare la volontà di Dio.

Una consolante verità per tutti quelli che notano come la maggior parte dei cristiani si accontenti di ricevere i sacramenti, sperando così di venir riconosciuti da Dio nel momento giusto e necessario, senza preoccuparsi di vivere con coerenza secondo la grazia ricevuta, mettendo in pratica la volontà del Padre e il suo progetto d’amore. Non spetta a nessuno di noi il difficile compito di misurare la fede, ma certamente non è difficile riconoscere la superficialità di tanti cristiani, veramente a posto per quanto riguarda la ricezione dei sacramenti della iniziazione cristiana ma davvero molto lontani nella vita quotidiana dal pensiero di Dio che guida e accompagna la nostra esistenza.

Purtroppo molti giungono a vivere banalmente come se Dio non ci fosse, in un ateismo pratico che rifugge anche dalle domande fondamentali che da sempre gli uomini di ogni latitudine e tradizione si pongono quando si lasciano interrogare dalla loro coscienza e dallo spirito libero che hanno ricevuto in dono dal creatore. Non è difficile capire che vivere con coerenza la fede lasciandoci toccare dai segni concreti della grazia di Dio, quei segni che noi chiamiamo appunto Sacramenti, non solo in particolari momenti della nostra vita, quando grazie alla Chiesa partecipiamo attraverso i riti ai doni di Dio, ma soprattutto nella vita semplice e quotidiana, quella che ha sperimentato anche il Figlio di Dio incarnato, sia un impegno serio e coinvolgente, anche faticoso.

Possiamo sempre accontentarci di una fugace apparizione sul palcoscenico del progetto di Dio, tornando quasi subito ai nostri problemi concreti quotidiani di lavoro, scuola, politica o divertimento, senza preoccuparci di trovare il senso vero e profondo di tutta la nostra esistenza umana, chiamata all’eternità dell’amore di Dio. Ma per chi non si accontenta di sopravvivere ai disastri quotidiani delle nostre piccole difficoltà condite con la preoccupazione generale per le scelte drammatiche che i grandi della terra sembrano sempre sull’orlo di fare, la strada che rimane è proprio solo quella di cercare con semplicità la volontà di Dio per metterla in pratica nel quotidiano sentendoci sempre e comunque familiari di Dio, amati e rispettati nella nostra libertà e nelle nostre scelte d’amore compiute secondo il suo progetto. Non perdiamo i richiami che ogni tanto Dio ci rivolge per rispondere con coerenza al dono della fede consegnatoci fin da bambini, sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in noi.