![Crema News - La strada giusta](https://static.crema-news.it/crema-news/Assets/Images/2025_2/9/2025298536/la-pesca-miracolosa-fishermen-2983615_1920-1024x683.jpg)
Cremasco, 09 febbraio 2025
V Domenica ordinaria C
La Parola: Ml 3,1-4 Sal 23 Eb 2,14-18 Lc 2,22-40:
Dal Vangelo secondo LucaLc 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Questi primi giorni di febbraio sono i più favorevoli per poter ammirare, quando torno a piedi dalla messa del pomeriggio da Casale e il tempo è sereno, un favoloso tramonto padano sulla riva del fiume Serio. Qualche mio amico dirà che poi io però preferisco quelli in montagna, ma vi assicuro che anche qui da noi possiamo godere di spettacoli magnifici.
Se noi riusciamo a stupirci per le meraviglie della natura anche qui a casa nostra, credo che possiamo facilmente comprendere anche il grande stupore dei discepoli e della folla che assistono, nei racconti delle prime pagine dei vangeli che ascoltiamo in queste domeniche, ai segni portentosi, superiori anche alle leggi della natura, compiuti da Gesù per confermare la propria predicazione. Forse Pietro neanche ci pensava alla eventualità di lasciare tutto per seguire questo nuovo maestro, ma l’esperienza della pesca straordinaria, e lui da pescatore si rende davvero conto di quanto sia eccezionale la quantità di pesci raccolta in pieno giorno dopo una notte infruttuosa, nonostante fosse quello notturno il tempo più adatto alla pesca, gli stravolge la vita.
Messo subito alle strette da un invito perentorio di Gesù accetta immediatamente con entusiasmo, trascinando con sé il fratello Andrea e i compagni di lavoro. In questa decisione il lontano e sconosciuto pescatore di Galilea di quasi duemila anni fa mi sembra in realtà molto moderno e si comporta con quella libertà e disponibilità a cambiare totalmente vita e lavoro, tipica della nostra cultura post-industriale da società del terzo millennio cristiano. Eppure proprio oggi in cui tutti, ma specialmente i giovani, son pronti a cambiare vita, anche a costo di cambiare lavoro, paese, lingua e perfino il corpo, sono pochissimi quelli disposti a seguire più da vicino il Signore Gesù per impegnarsi in una impresa così decisiva e meravigliosa come quella di costruire da protagonisti il regno di Dio diventando collaboratori diretti del Figlio di Dio.
Purtroppo constatare il calo drastico delle vocazioni religiose e al sacerdozio, a livelli quasi di estinzione, è troppo facile e scontato; anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma credo ormai si tratti di attendere pochi anni, per sperimentarne concretamente le conseguenze nelle nostre parrocchie.
Trovare delle soluzioni o delle ipotesi per invertire la tendenza è invece molto più difficile e per adesso nessuno ha trovato la strada giusta da seguire, pur moltiplicandosi gli studi e la consapevolezza delle reali difficoltà che la nostra società attuale presenta ad un giovane che volesse rendersi disponibile alla proposta del Signore. Quindi non illudetevi che io possa dare delle dritte giuste per superare questo problema. Se poi pensiamo che anche Gesù per assicurarsi una risposta positiva da parte di Pietro e dei suoi amici si è servito di un segno clamoroso ed eccezionale, allora possiamo anche non sentirci troppo in colpa se non preghiamo abbastanza per le vocazioni e se non riusciamo, con i nostri semplici mezzi, a convincere nessuno a seguire questa strada nella vita.
Sono davvero convinto che, come dice anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Delpini, la Chiesa non sta morendo ma cambiando e quindi dobbiamo preparaci e soprattutto preparare le nuove generazioni a un nuovo stile di vita religiosa, non meno significativa della nostra ma certamente con modalità molto diverse. Per esempio credo che presto dovremo rinunciare all’idea, e alla reale presenza in mezzo alle nostre comunità, di mediatori professionisti tra Dio e l’uomo, i sacerdoti, e quindi saremo costretti a far crescere un rapporto più personale e profondo con il nostro Signore senza mancare però del sostegno insostituibile e fondamentale della comunità, a partire da quella primaria della famiglia per poi allargarsi alla cerchia degli amici e dei credenti che abitano vicino a noi. La presenza del Signore accanto a noi non manca mai, cerchiamo quindi di viverla quotidianamente nella fiducia ai suoi progetti e nel seguire le strade che lui ci indicherà.