Crema, 09 aprile 2023

(Luigi Dossena) Crema esce dalla guerra mondiale. Fortunatamente risparmiata dalle bombe, ma non dai lutti. Si contano alcune vittime, soldati non più tornati dal fronte, altre fucilate dai nazisti in fuga, altre ancora morte a causa delle armi belliche disseminate anche nella nostra zona. Durante il conflitto mondiale la politica locale fa vedere cambi di scena ricorrenti. Nel 1942 viene destituito dalla carica di podestà l'avvocato Enrico Mansueto e gli succedono, il 26 luglio dell'anno seguente, i commissari prefettizi Leonardo Spatazza e Ferdinando Lalli, a loro volta destituiti il 30 settembre. La carica torna a Mansueto, che però rinuncia a favore di Giovanni Agnesi. Il conflitto mondiale termina e Crema ha un nuovo sindaco, il maestro Francesco Boffelli, nominato il 27 aprile 1945 dal comitato di liberazione. Bpffelli sta in carica fino al 22 ottobre del 1946, quando l'incarico passa a Carlo Rossignoli.

Le prime elezioni avvengono il 30 giugno 1947 e portano al primo sindaco votato dal popolo, Clemente Sinigaglia che resterà in carica fino al 1951, quando sarà sostituito, il 9 giugno, dal maestro Virgilio Pagliari che conserverà il ruolo per cinque anni, come da legge, lasciando il posto a Giacomo Cabrini, il 9 giugno del 1956.

Intanto a Crema si accentua il fenomeno dell'esodo dalle campagne per arrivare in città. Pochi i danni che la guerra ha arrecato al borgo, marginalmente interessato dai bombardamenti che avevano come obiettivo Milano. Qui viene bombardato il ponte della ferrovia, distrutto il torrione di via Stazione e alcune case. Proprio il problema della casa deve essere risolto. Ci sono molti sfollati senza tetto che vengono ospitati in quello che oggi è il museo. Viene costituita una commissione edilizia composta dal sindaco, dagli ingegneri Michelangelo Gelera e Luigi Cantoni, dall'avvocato Guido Verga. Resta in carica per un anno e poi i suoi componenti si dimettono a favore dell'ingegner Umberto Valdameri, del geometra Mario Moretti e dal quasi architetto Beppe Ermentini, che sta terminando gli studi. Tra i primi lavori c'è interramento della roggia Crema, che passa in via Verdi, l'allargamento di via Monte di Pietà, con l'abbattimento di un pezzo di mura venete, la realizzazione di piazza Marconi e via Bottesini e poi via Ponte della Crema che porta fino in piazza Garibaldi. Si costruisce la fognatura nella parte ovest della città. Per portare il traffico fuori Crema si costruiscono viale Indipendenza, via Treviglio e via Milano, poi via Circonvallazione Sud (oggi via Libero Comune e via Visconti), con la costruzione del nuovo ponte sul Serio.

Già nei primi anni dopo la seconda guerra mondiale si discute del ponte di via Cadorma, che qualcuno vorrebbe abbattere e rifare, dato il suo stato. Il comune però incarica la ditta Lancini delle riparazioni. Già da allora si parla di un sotto passo che bypassi la ferrovia e che transiti sotto il ponte della stessa. Non se ne fece niente e il problema del superamento della strada ferrata resta irrisolto fino a oggi.

Ma altre costruzioni importanti riguardano la città. Ma questa è un'altra storia, la prossima.



1945 Via XX Settembre

Vicolo Marazzi

1945 Interno di palazzo Terni De Gregorj

1945 le mura venete

1945 piazza del Duomo da sotto i portici

La torre pretoria

1945 Porta Ombriano

1929 torre pretoria

1945 piazzale Rimembranze all'inizio di viale S. Maria




Leggi le prime dieci puntate cliccando qui

Leggi dall'XI alla XX puntata cliccando qui

Leggi dalla XXI alla XXX puntata cliccando qui

Leggi dalla XXXI alla XL puntata cliccando qui

Leggi dalla XLI alla L puntata cliccando qui

Leggi dalla LI alla LX puntata cliccando qui


(LXI)

(Luigi Dossena) Grandi opere per la città cominciano nella prima parte del secolo breve. Parte nel 1928 e finisce nel 1933 la bonifica di 30mila pertiche del Moso, mentre costa oltre 5.5 milioni di lire lo scavo della prima fognatura cittadina. Siamo nel 1933 quando gli uomini, badili alla mano, preparano il primo tratto fognario. Nel 1936 il seminario si trasferisce nella sede attuale, abbandonando la prima residenza. Sempre in quell'anno muore in miseria a Brescia il grande scenografo e architetto Luigi Manini, anche lui vittima di ruberie quando era in tarda età. Ma l'anno nefasto è il 1937, quando brucia il teatro del Piermarini, si dice, ma senza alcuna prova, per mano di un incendiario. La piccola Scala va in fumo e Crema perde il teatro, tra i più famosi e rinomati della Lombardia. Qui venivano a fare le prove i cantanti, perché l'acustica era perfetta e permetteva di correggere errori e storture prima del debutto a Milano. Sempre quell'anno piazza del Duomo diventa più bassa di 30 centimetri, per livellarla e portarla tutta alla stessa altezza. La pavimentazione è in blocchetti di marmo proveniente dall'Alto Adige. Anche le altre strade vengono ammodernate, con la rimozione delle trottatoie e per la prima volta viene steso uno strato di bitume. La pavimentazione a ciottoli resta solo nelle piazza S. Domenico (oggi Trento e Trieste) e delle Erbe (Istria e Dalmazia).

Passa la guerra e alla sua fine Crema vive momenti di espansione. In via Verdi viene interrata la roggia Rino e prima è prosciugata la roggia Crema pe rlasiare posto a quello che sarà il mercato coperto.

Nel 1945 la Ferriera è un'azienda in forte espansione: conta 940 dipendenti. Nasce nel 1883 come ditta Grioni e Coti Zelati e fabbricava chiodi e ferri di cavallo. Nel 1913 viene ceduta e diventa la Ferriera di Stramezzi e Marazzi.

Nel 1948 a Crema torna in funzione il tribunale: resterà attivo fino al 2013. Viene soppressa via dell'Assedio, che congiungeva Porta Ripalta a Porta Serio.

Arriviamo nel 1955, quando apre la Van den Bergh, ma assistiamo alla chiusura dello storico linificio. Nelle campagne fanno la loro comparsa le macchine agricole che aiutano gli agricoltori nel faticoso lavoro nei campi. Inoltre arrivano i menalatte che prelevano il latte dalle cascine per portarlo ai tanti piccoli caseifici che producono formaggi e altri prodotti caseari che diventano un'eccellenza del posto.

Altre innovazioni arrivano in città, ma questa è un'altra storia, la prossima.