Crema, 23 novembre 2023

(Boris Parmigiani) Sabato presso la Sala "Fra Agostino da Crema" del Museo Civico, conferenza sulla figura di Leone Lodi (1900-1974): scultore che ha lavorato dagli anni Venti del Novecento sino alla morte, avvenuta nel 1974.

Fu personaggio degno di alta considerazione durante la sua vita, ma quasi dimenticato.

Un artista, una figura completamente dedita alla scultura da (ri)scoprire nel corso di una passeggiata virtuale tra Milano e Soresina, passando per i tanti luoghi in cui sono presenti le sue opere.

L’evento è stato organizzato dal Touring Club Crema in collaborazione con il "Gruppo culturale cremasco l’Araldo" e con il patrocinio del comune di Crema.

Ha introdotto l'argomento la relatrice Adriana Rosas, laureata in Scienze dei Beni culturali con una tesi in Storia dell’arte contemporanea su Leone Lodi e le sue sculture per la chiesa di Santa Maria del Suffragio a Milano.

Mario Cassi, presidente de l’Araldo, nel suo intervento, ha descritto brevemente la figura di Leone Lodi: nativo di Soresina, ove morì, fu apprezzato e rinomato scultore; la “massima espressione” del proprio estro la conseguì nel periodo del ventennio fascista, ma continuò anche successivamente la propria carriera artistica.

Daniela Lodi, presidente dell’Associazione Archivio Leone Lodi ha spiegato al pubblico le finalità dell’Associazione: nata nel 2004 con lo scopo di tutelare e promuovere l’arte del padre.

La relatrice ha spiegato che Leone Lodi si iscrisse all’Accademia di Brera (1919-1926), approfondendo il trattamento del marmo.

Nel 1928-29 cominciò l’attività pubblica e il suo rapporto con la città di Milano.

Nel periodo intercorrente tra il 1929 e il 1932, Leone Lodi giunse all’apice nella creazione delle sue sculture, con il Palazzo della Borsa Valori di piazza degli Affari.

Alla base della struttura vi sono raffigurati la terra e il fuoco; l’aria e l’acqua costituiscono gli altri elementi.

Il 1933 rappresentò l’anno della consacrazione pubblica, basti pensare alla statua di Sant’Antonio da Padova per la chiesa di Santa Maria del Suffragio.

Sempre nel 1933 ebbe luogo la Prima Triennale Milanese, un evento epocale che coinvolse gli artisti e gli architetti più quotati dell’epoca come Mario Sironi e Giò Ponti.

L’opera più importante della Triennale, su disegno di Mario Sironi, in collaborazione con Leone Lodi, è una “Donna seduta”: un’opera che, nel tempo, venne spostata e allo stesso tempo manomessa; cambiamento percepibile in determinati ritocchi ai capelli.

Un’altra opera che riscosse notevole successo fu una scultura in alabastro, un basso rilievo raffigurante i pescatori, che vinse il primo premio alla Triennale.

Nel 1937 creò la Madonna col Bambino presente nella chiesa di Santa Maria del Suffragio: tale opera venne terribilmente trascurata perdendo bellezza e significato.

Negli anni 70 del Novecento lo scultore aprì al pubblico il suo studio, gestito dalle figlie Daniela e Serena: ricevette anche i bambini, i pittori desiderosi di supporto, inaugurando altresì mostre sul territorio.

Adriana Rosas ha concluso la relazione ricordando che Leone Lodi non è stato un innovatore; è rimasto infatti legato a un’immagine della scultura e dell’arte comprensiva, tesa a narrare, insegnare ed educare; un’artista versatile con uno sguardo volto all’architettura.