Ripalta Cremasca, 09 settembre 2024

(Sara Barbieri) Altra scalata e altro successo per il ripaltese Filippo Maria Ruffoni, scalatore cremasco nonché socio del Panathlon Club Crema. 

Questa volta meta della nuova impresa è stata la vetta del Dente del Gigante, a quota 4013 metri.

La scalata, per il 37enne cremasco, è stata portata a termine nella giornata del 31 agosto, dalle 8 alle 16 ( salita e discesa), in compagnia del suo maestro di alpinismo Edmond Joyeusaz.

Perché ha scelto questa vetta?

“Il Dente del Gigante è sicuramente una delle vette più riconoscibili del massiccio del Monte Bianco. Con i suoi 4013 metri attrae da sempre non solo gli alpinisti ma anche molti appassionati di alta montagna, soprattutto per gli scenari e per il panorama. Inoltre, storicamente rappresenta la fine della vecchia epoca e l’inizio della nuova per quanto concerne l’utilizzo di mezzi e materiali”. 

C’è un aneddoto molto famoso legato ai due pionieri dell’alpinismo, Frederick Mummery e Alexander Burgener, riguardante il Dente del Gigante che Rusconi racconta.

“Nel 1880 i due alpinisti sono rimasti bloccati nella loro scalata e, in seguito al loro dietro front, è stata coniata la frase 'absolutely inaccesible by fair means' (assolutamente inaccessibile con mezzi leali). Da quel giorno si è aperta una nuova visione e un nuovo modo di intendere l’alpinismo, partendo proprio dall’attrezzatura per oltrepassare difficoltà insormontabili”. 

Possiamo quindi parlare di etica dello sport in questo caso? 

“Sì, da quando i fratelli Sella, fondatori dell’alpinismo italiano, hanno utilizzato nella scalata per primi le corde e gli esplosivi. Ecco che allora l’etica dello sport è uno dei grandi dibattiti dei nostri giorni: il materiale che agevola la salita e l’utilizzo dell’ossigeno (che solitamente non serve fino a 5000 metri)”. 

Non era la sua prima esperienza vero?

“Sì, c’ero già stato nel 2021. Lo scorso maggio sono entrato a far parte del Panathlon Club Crema e quindi ho voluto riprovare la sfida dell’alta montagna con l’utilizzo dei mezzi meccanici, dei canaponi e dei materiali che agevolano la salita ed evitano incidenti gravi, che purtroppo ogni anno si verificano. Quindi ho voluto dare risalto a questa montagna, carica di storia e di fascino e dare lustro al Club cremasco di cui faccio parte, che si batte per un’etica di correttezza nello sport”. 

E che difficoltà ha incontrato?

“Il Dente del Gigante è una montagna faticosa, fisica, tecnica, che ovviamente non tutti possono fare. Le parole chiave da considerare per affrontarla sono: fatica, sforzo, tempo di recupero e l’ipotesi di scarsa lucidità mentale”.