Romanengo, 04 gennaio 2019

"La famiglia indiana matta è tornata...". Comincia così una breve missiva piena d'insulti che Kaur Singjagjt ha trovato nella cassetta delle lettera qualche giorno fa, appena rientrati dall'India. La donna, con il marito ha sporto denuncia ai carabinieri della stazione che stanno eseguendo delle indagini, partendo dalla visione delle telecamere del paese. "E' una lettera che ha fatto male alla signora, perché offende i suoi tre figli - riferisce Naima, la mamma di Sabrina Badaoui, la ragazza destinataria delle prime lettere a sfondo razzistico - e che, stranamente ha delle attinenze con le tre lettere a contenuto razzistico che ha ricevuto mia figlia due anni fa".

Il caso delle lettere razziste è arrivato fin dal sindaco Attilio Polla, che appare piuttosto infastidito dall'episodio: "Romanengo non è un paese razzista - dice - abbiamo oltre 400 stranieri su una popolazione di 3200 persone e non sono mai successi episodi riprovevoli. Speriamo che tutto si risolva in breve". E per risolversi si conta sulle indagini dei carabinieri, ma anche sulle voci di paese che possono dare una mano.

"La cosa brutta - dice Kaur - è che ho dovuto spiegare ai miei due figli più grandi, otto e dieci anni, che cosa significasse il contenuto della lettera. Chi ha scritto ha dato degli andicappati ai bambini e io ho dovuto dire loro che cosa volesse dire, ma anche tranquillizzarli. E non è stato semplice".

Gli stessi riferimenti appaiono in una delle tre lettere anonime recapitate alla famiglia Badaoui, di origini marocchine. In effetti, le due famiglie si frequentano e a volte i bambini indiani sono dalla famiglia marocchina. "Io sono italiana - dice Sabrina - ho preso la cittadinanza e mi sono anche candidata alle scorse elezioni. Tutto è nato dal mio impegno come volontaria all'Auser, tre anni fa. Nessuno voleva andare a fare il volontario lì e io, interrompendo anche il mio impegno universitario, invece ho accettato. Peraltro, ricordo che i volontari vengono retribuiti con un minimo rimborso spese stabilito dalla legge. Io ho accettato l'incarico e poi ho ricevuto, in quella sede, tre lunghe lettere dove ci sono pesanti insinuazioni sul mio conto e insulti anche a chi mi ha affidato il compito. Quando ho terminato il mio periodo di volontariato anche le lettere non sono più arrivate. Ma adesso c'è stata quella missiva dove, stranamente, c'è quell'accenno ai bambini della coppia di indiani, come nelle mie lettere. Per questo penso che si tratti della stessa persona. Anch'io, all'epoca, avevo sporto denuncia".


Nelle foto, la lettera recapitata agli indiani e la loro casa, una pagina di una lettera scritta a Sabrina e la ragazza destinataria della missiva