Crema, 12 ottobre 2025 

(Annalisa Andreini) Nella suggestiva cornice della Sala Pietro Da Cemmo la tredicesima edizione de I Mondi di Carta ha ospitato due noti esponenti del giornalismo italiano: Massimo Giletti e Maurizio Belpietro. Voci e pensieri diversi, ma entrambi con la grande capacità di intrattenere il folto pubblico presente, con quel pizzico di ironica provocazione, spaziando dall’attualità alla cronaca, dalla politica all’economia.

Belpietro, direttore del quotidiano La Verità e di Panorama, intervistato dal giornalista Walter Bruno, ha cominciato il suo incontro con una riflessione sul presidente americano Trump, che, come dichiara, punta essenzialmente agli interessi del suo Paese con un’economia che funziona bene e che sembra dargli ragione.

Riguardo alla difficile situazione geopolitica internazionale, il direttore ha espresso la sua opinione parlando ormai di una guerra di resistenza, in cui la differenza è rimarcata dai droni: “Il controllo dei cieli - ha dichiarato - non avviene più con l’ areonautica ma con i droni. Questa è la nuova strategia militare e così la guerra potrebbe durare all’infinito”. 

Cosa potrebbe smuovere le acque? Una delle “follie” di Trump, come ad esempio quella di alzare a dismisura i dazi all’India. Ha danneggiato i rapporti tra USA e India ma ha anche impedito all’India di raffinare il petrolio russo.

Sulla premier Meloni invece solo parole positive: “Non vedo alternative reali a questo governo e penso proprio che arriverà a fine legislatura e sarà un evento storico. L’ho frequentata prima della sua elezione, ha carattere, non si fa piegare, è sempre stata una secchiona e ha restituito autorevolezza al nostro Paese. Siamo riconosciuti come un modello e con una leader donna”. 

E sul giornalismo? “I giornalisti devono fare le inchieste e purtroppo se ne fanno sempre meno”. 

Delle sue tante battaglie giornalistiche ha parlato anche Massimo Giletti, intervistato dal giornalista Antonio Bozzo. 

Ha ripercorso la sua lunga (e non facile) carriera, a partire dalle origini con Gianni Minoli, che considera il suo maestro, e il popolare programma televisivo Mixer.

Lui voleva fare solo un giornalismo d’inchiesta e questo suo obiettivo gli è stato spesso d’intralcio.

Il pubblico presente in sala, che lo ha poi intrattenuto per innumerevoli selfie, gli ha rivolto svariate domande, a cui ha risposto con il suo consueto modo di fare simpatico e propositivo, toccando anche tematiche forti come quelle riguardanti la mafia e gli esponenti di camorra e ‘ndrangheta. Il giornalista vive tuttora sotto scorta a causa delle sue inchieste sugli illeciti mafiosi e sono ancora in atto diversi processi in cui è coinvolto: “Ormai i giornalisti vanno a sostituire i politici in tv, ma non hanno più credibilitá e onestà intellettuale”. 

L’incontro si conclude con quello che potremmo definire il suo mantra: “Se fai delle battaglie devi portarle avanti fino in fondo. La mafia nasce dove non c’è lo Stato. Solo la cultura ci rende liberi”.