
Crema, 08 novembre 2019
"Noi non c'entriamo nulla: siamo sorpresi di queste notizie". Lo dice Serena Cerri, titolare della pizzeria Tourlè di Crema, a S. Carlo, aperta da un anno e che è affiliata alla catena, oggi sotto accusa per una supposta connivenza con le cosche mafiose, ma non ha nulla a che fare con questa terribile vicenda. Ieri sono stati eseguiti nove arresti e sequestrati oltre dieci milioni di euro, oltre che alcune quote societarie di ristoranti affiliati alla catena, fatti che sono stati messi in relazione con i ristoranti affiliati al marchio Giro pizza Tourlé. Tra i nove arrestati c'è Gigi Cannella, che ha un ruolo primario nella catena di ristoranti. "Guardi - afferma la Cerri - abbiamo visto Cannella una volta sola nel giorno dell'inaugurazione. Noi non abbiamo nulla a che fare con quanto sta succedendo. Ci siamo solo affiliati e per poter esporre il nome paghiamo una royalty di 1500 euro il mese. Abbiamo seguito dei corsi ed esposto il marchio. Nulla di più".
C'è imbarazzo da parte della titolare e anche per chi ci lavora, ma nulla a che vedere con arresti e sequestri. La notizia peraltro viene confermata anche dagli organi di polizia, che non hanno preso in considerazione il ristorante di Crema.
"Siamo esterrefatti. Ho già chiamato i miei avvocati che stanno studiando cosa fare. Al momento non so se cambieremo nome. Devo comunque dire che la società implicata nella vicenda è la Miob, con la quale abbiamo firmato il contratto di affiliazione. Ma io ho una società mia, di una sola persona, che è la Dalev e non abbiamo subito alcun sequestro".
C'è sgomento e incredulità, ma comunque la titolare tiene a precisare che in ogni caso qui a Crema si andrà avanti a lavorare e che già oggi ha ricevuto molti attestati di solidarietà e di stima. Perché loro con questa vicenda non hanno nulla a che fare.
Nelle foto, l'interno del Tourlè di Crema e Serena Cerri