Spino d'Adda, 21 novembre 2023
(Marco Degli Angeli) Nuovo ponte di Spino d'Adda, a che punto siamo?
Negli scorsi giorni il raddoppio del ponte è stato oggetto di dichiarazioni importanti e, sulla carta, risolutive che però devono fare i conti con la realtà e la loro reale efficacia.
A oggi infatti nessuno è in grado di confermare che entro l'anno ci saranno tutti i soldi necessari per sbloccare l'impasse, quale sarà la tempistica di realizzazione e soprattutto se si riuscirà a risolvere definitivamente (e in tempi brevi) la pericolosità del restringimento di carreggiata in prossimità del benzinaio, posto che in questi anni è stato scenario di gravissimi incidenti.
Andiamo con ordine e partiamo dal tema finanziamento.
Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Marcello Ventura ha recentemente dichiarato: "Credo che in merito al raddoppio del ponte si intraveda la luce in fondo al tunnel. Aspettiamo a cantare vittoria ma l’assessore Terzi ha stanziato 5 milioni del suo assessorato. Ora farò pressione sull’assessore al bilancio Alparone (che è pure vicepresidente della Regione) perché riesca a trovare le risorse rimanenti per poi finalmente mettere a terra il progetto e partire con i lavori. Si tratta di un’opera di importanza fondamentale per migliorare decisamente il collegamento fra la provincia di Cremona sponda cremasca e il territorio milanese".
Tradotto, si stanno cercando ancora i fondi e una volta trovati sarà necessario rimettere in moto tutte le procedure burocratiche di validazione da parte del comitato ministeriale. Le tempistiche? Per il sindaco di Spino Enzo Galbiati "Non prima del 2028". E a quel il costo totale sarà ancora quello di oggi? Non pensiamo proprio.
Quindi le lancette tornano indietro al 2016, quando i soldi (21 milioni) c'erano ed erano sufficienti, ma a causa dei ritardi da parte delle province prima e del ministero dell'ambiente poi non si arrivò a definire un progetto esecutivo in tempi accettabili con conseguente esplosione dei prezzi (oggi siamo a 38 milioni).
Sul tema sicurezza non va meglio. L'ultima proposta arriva del presidente della provincia Mirko Signoroni riassumibile nella formula: allargamento della carreggiata, new jersey spartitraffico per impedire invasioni di corsia e accessi laterali al benzinaio e al ristorante chiusi. Anche qui la domanda d'obbligo è: quando? Se per la chiusura degli accessi le tempistiche sembrano minori, con buona pace delle attività commerciali, per il new jersey bisognerà attendere il cantiere per il raddoppio del ponte. Quindi, nella migliore delle ipotesi non prima di 5 anni. Per l'ennesima volta si procederà con una pezza non risolutiva, perché senza spartitraffico il rischio di frontali rimarrà comunque alto.
Ma a questo punto, non sarebbe stato meglio prevedere già da subito o correre ai ripari con una rotonda, seppur di carattere temporaneo, che avrebbe garantito in tempi minori la messa in sicurezza di tutti? Questa soluzione provvisoria avrebbe anche offerto durante gli 8 anni trascorsi dalla fine del raddoppio parziale della Paullese lato cremasco a oggi, un migliore accesso e attrattività delle attività commerciali dell'area in questione, pesantemente colpite dal cambio della viabilità e dal tracciato fuori sede della nuova strada. L'ipotesi tra l'altro venne messa sul tavolo da parte dei commercianti e residenti del quartiere 'Villaggio Adda' nel lontano febbraio del 2014 durante una calda assemblea pubblica di presentazione del nuovo tracciato della Paullese tenutasi nel palazzo comunale di Spino d'Adda alla presenza dell'ex presidente della provincia Massimiliano Salini. Assemblea pubblica convocata troppo tardi a giochi già fatti, ma i residenti avevano già capito come sarebbe andata a finire.