Crema, 20 novembre 2021
Lasciamoci così, con un po' di rancore. Si è dimesso Pierpaolo Soffientini e con lui tutto il consiglio della fondazione Finalpia, correttamente fondazione Opera pia e climatica. Lo ha comunicato il sindaco Stefania Bonaldi che ha diffuso la lettera di dimissioni, irrevocabili, del presidente e del consiglio, lettera nella quale si legge, tra l'altro: "Ho sempre dato la mia disponibilità pro bono (gratis, ndr) tutte le volte che mi è stato chiesto un contributo. Oggi vedo che tale mia disponibilità viene offuscata da un utilizzo pretestuoso delle situazioni al solo scopo - mi pare - di incrementare visibilità e polemiche, senza attenzione alla reale situazione (...) e senza memoria di quanto da me e da chi ha con me collaborato è stato realizzato".
Le dimissioni di presidente e consiglio arrivano all'indomani dell'ennesimo incaglio su Finalpia, albergo nato sotto una cattivissima stella, se così vogliamo dire. Le ultime due conduzioni sono fallite miseramente, la fondazione ha un buco di bilancio di quasi due milioni di euro, dei quali circa 500mila sono tasse da versare e l'ultima decisione, affittare alla società modenese Hyma anziché vendere l'albergo, come era nelle direttive, sfocia in un contenzioso imprevisto che minaccia la sopravvivenza stessa dell'albergo.
Dopo i disastri delle due ultime conduzioni, con intervento del magistrato ligure per sfrattare l'ultima società che aveva affittato l'albergo, dopo l'asta per la vendita a dieci milioni di euro, dello scorso maggio, andata deserta, aveva bussato alla porta della fondazione la Hyma di Modena, capitale sociale 10mila euro, la quale aveva offerto 300mila euro per l'affitto annuale, con contatto triennale e una caparra di 500mila euro da versare entro il 31 ottobre, per opzionare l'acquisto dello stesso al termine dei tre anni d'affitto. Era la boccata d'ossigeno che tutti si auspicavano: con l'affitto si sarebbe potuto continuare a pagare i debiti con la banca e con i 500mila euro si sarebbero azzerate (quasi) tutte le tasse arretrate. Ma... dell'affitto sono stati versati 77mila euro (come da accordi) e della caparra neppure un euro. Anziché i soldi è arrivata una lettera dell'Hyma dove si sostiene che una volta aperte le porte della struttura ci sono state sorprese non prevedibili. Di qui, niente soldi e la richiesta di sottoscrivere nuovo l'accordo.
E il patatrak è servito.
Adesso dal comune si fa sapere che a breve ci sarà la nomina di un nuovo consiglio e di un nuovo presidente, ma appare urgentissimo raddrizzare la barra, onde evitare di andare a sbattere sugli scogli, che appaiono vicinissimi.
Nella foto, Pierpaolo Soffientini