Crema News - E io non vorrei pagare

Crema, 13 settembre 2021

Il M5S Cremasco promuoverà una raccolta di adesioni per procedere all’integrazione dell’esposto già presentato dall’ANAC alla Procura della Corte dei Conti del Lazio e della Lombardia, per valutare eventuali danni causati dall’acquisizione da parte di A2A del 51% di LGH senza gara pubblica.

Infatti, la sentenza definitiva della scorsa settimana del Consiglio di Stato su A2A/AEBcostituisce un precedente giurisprudenziale pesantissimo, che si somma al macigno della sentenza dell'ANAC su A2A e LGH, che aveva già bocciato in toto le modalità, ribadendo che si tratta di vendita e non di collaborazione/partnership e sentenziando, come è facile intuire, che una gara a livello europeo avrebbe garantito un maggior numero di partecipanti e un prezzo migliore.

Di fatto, o per poca informazione, ignoranza, leggerezza o perché mal informati, chi ha gestito e avvallato senza batter ciglio questa operazione ha consegnato delle società pubbliche, che gestiscono servizi pubblici, a privati quotati in borsa senza nemmeno rispettare le norme di trasparenza e pubblicazione della gara: la gestione dei rifiuti, gli inceneritori, la generazione da fonti rinnovabili (o presunte tali), la distribuzione di gas, del calore e dell'energia elettrica, tutte voci che riguardano la nostra vita quotidiana, i nostri soldi, le nostre bollette e le scelte ambientali e di vivibilità del nostro territorio. Ad esempio, saranno i privati a decidere se costruire nuovi inceneritori o tenere attivi anche quelli vetusti per pareggiare i conti, magari smaltendo i rifiuti e i fanghi di altre Regioni o importando migliaia di tonnellate di rifiuti organici da mettere negli impianti di biogas lombardi. Tutte scelte svincolate dal controllo pubblico, legate al ritorno economico e che potrebbero trasformare la nostra provincia nella discarica d'Italia. 

Non è stato valorizzato il patrimonio di servizi di proprietà dei cittadini, ma svenduto con un vero e proprio inganno semantico: la "partnership", come l'hanno chiamata quelli bravi e gli esperti, si tratta in realtà di una privatizzazione a tutti gli effetti e di cessione, per di più senza bando pubblico. 

Dato che questa operazione è stata portata avanti con la benedizione di consulenti vari, pagati profumatamente per avallare tale fallimento, i Sindaci hanno ora l’intenzione di rivalersi su di loro? Ricordiamo che a pag. 61 del bilancio 2017 di SCRP era stato stanziato (e lo è ancora) un fondo di accantonamento di € 695.000 per “sanzioni, spese legali, danno erariale". 

Tradotto, già si temeva che l'assenza di gara pubblica avrebbe potuto causare un danno alle casse dei Comuni e così sono stati accantonati i soldi di una società pubblica, cioè soldi dei Cremaschi, per eventualmente risarcire il danno, ovviamente dopo aver buttato soldi in consulenze legali e azioni in tribunale. 

Un'operazione che ha coinvolto Crema, Cremona, Lodi, Rovato e Pavia e che ha portato intese lesive per la concorrenza a discapito dei portafogli dei cittadini.

Un'operazione nefasta sotto molti punti di vista: di autonomia decisionale del territorio nelpianificare le politiche energetiche, di unità territoriale e della Provincia, tanto è vero che da quel momento il Cremasco continua a perdere i pezzi (tutta la gestione della vicenda da parte dei decisori di SCRP ha portato alcuni sindaci a dimettersi dal coordinamento dell'area omogenea) e a questo punto anche di probabile danno erariale. Pertanto, chi pagherà ora per i disastri combinati? Nuovamente i cittadini? 


Il testo dell'esposto

Oggetto: Esposto alla Corte dei Conti a seguito dell’acquisizione da parte di A2A del 51% di Linea Group Holding (LGH) senza prima esperire una procedura ad evidenza pubblica. Raccolta adesioni.

Premesso che,

A2A S.p.A (multiutility di diritto privato quotata in borsa che fornisce luce e gas nelle aree di Milano e Brescia e partecipata anche da enti pubblici che però non svolgono sulla stessa alcuna forma di controllo analogo) ha acquisito senza che sia stata previamente indetta una procedura ad evidenza pubblica, il 51% del capitale sociale di LGH, a seguito della sottoscrizione tra le parti di un apposito contratto di compravendita di partecipazioni e dei relativi accordi parasociali consistente in:

- entro la fine del mese di Febbraio 2016, acquisizione del 51% di LGH per un prezzo di 125 milioni di Euro, da versare per il 54% in contante e per il restante 46% in azioni di A2A.

- l’operazione prevedeva altresì che dopo tre anni i patti parasociali fossero rivisti, procedendo a una fusione tra le due multiutility con diritto di opzione per l’acquisto di tutte le quote di LGH.

- L’offerta di A2A è stata quindi strutturata in due fasi differenti:

1) una prima fase diretta a consentire l’acquisizione, da parte di A2A della partecipazione, rappresentante il 51% del capitale sociale di LGH;

2) una seconda fase preordinata alla fusione di LGH in A2A, ovvero all’acquisto da parte di A2A di tutte le residue partecipazioni minoritarie, e volta comunque alla definizione di un differente assetto delle rispettive partecipazioni e della governance societaria.

A fronte di quanto sopra, il Movimento 5 Stelle ha presentato nel 2016 un esposto a prima firma dell’allora Deputato e oggi Consigliere regionale Ferdinando Alberti denunciando la suddetta operazione sia all’ANAC che all’AGCM, ritenendo che l’acquisizione di una quota di maggioranza della società Linea Group Holding S.p.A presentata da A2A S.p.A., non sia stata attuata nel rispetto alle vigenti prescrizioni nazionali e comunitarie in materia di società pubbliche che prevedono lo svolgimento di una procedura ad evidenza pubblica per cedere le proprie partecipazioni ad un soggetto terzo privato (A2A) estraneo alla compagine sociale di LGH.

Con Delibera n. 172 del 2018 l’ANAC accogliendo le ragioni dell’esposto ha statuito che:

1) è qualificabile come scelta di socio-partner industriale l’operazione condotta da LGH S.p.A. mediante la vendita delle proprie azioni ad A2A S.p.A. e, di conseguenza, applicabile l’art. 1 comma 2, del d.lgs. 163/2006, l’art. 113, comma 12 del d.lgs. 267/2000 ed in via gradata comunque l’art. 37 del R.D. n. 827/1924 in materia di contabilità di Stato e, quindi, non esperibile la vendita in via diretta, senza una previa procedura concorsuale, competitiva e comparativa;

2) ha dato mandato all’Ufficio istruttore di inviare la delibera ANAC alle società interessate direttamente o indirettamente alla compravendita (Linea Group Holding S.p.A., COGEME S.p.A., AEM Cremona S.p.A., ASM Pavia S.p.A., ASTEM S.p.A; SCS S.r.l., A2A S.p.A.) per i profili di rispettiva competenza, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e alla Procura competente della Corte dei Conti.

La validità della suddetta Delibera ANAC è stata altresì confermata dalla Sentenza del TAR Lazio n. 12068/2019 del 21/10/2019.

Inoltre, con le sentenze definitive, qui allegate, il Consiglio di Stato ha ribadito quanto il TAR Lombardia aveva già sentenziato in primo grado, ovvero che l’accordo che ha portato alla fusione A2A e AEB, multiutility della Brianza, doveva essere fatto mediante procedura ad evidenza pubblica.

A fronte di questo importante precedente giurisprudenziale il Movimento 5 Stelle Cremasco, ha deciso di promuovere una raccolta di adesioni, per poter procedere all’integrazione dell’esposto già presentato dall’ANAC alla Procura della Corte dei Conti(*) del Lazio e della Lombardia, per valutare eventuali danni causati dall’acquisizione da parte di A2A del 51% di Linea group holding (LGH) senza prima esperire una procedura ad evidenza pubblica.

(*) l’azione può essere presentata da cittadini, sindaci, consiglieri regionali e comunali, imprese interessate.

Crema, 11 Settembre 2021


MoVimento 5 Stelle Cremasco