
Dal territorio, 28 maggio 2025
(Gianluca Maestri) Nell’ambito del Time Out Festival organizzato da HServizi l’oratorio parrocchiale ha ospitato martedì sera Ivan Pelizzoli. L’ex portiere di Atalanta, Reggina, Roma e Albinoleffe (ma non solo) è stato intervistato da Stefano Serpellini, giornalista de L’Eco di Bergamo.
Nativo di Curno, classe 1980, Pelizzoli è classificato dall’Ifhh, il massimo organo statistico del calcio mondiale, al 44° posto fra i migliori portieri del decennio 2000-2010. Entrato nel settore giovanile della Dea all’età di 11 anni, ha esordito in prima squadra nella stagione 2000-2001 con l’allenatore Giovanni Vavassori. Oggi è segretario e responsabile organizzativo dell’attività agonistica del settore giovanile dell’Atalanta.
Con Serpellini Ivan ha parlato del settore giovanile (“In realtà io avrei voluto rimanere al mio paese e giocare coi miei amici. Sono stati bravi i dirigenti Raffaele Bonifaccio e Mino Favini ad accogliermi e farmi crescere”), del passaggio alla Roma scudettata (“Non ero felice di lasciare la mia squadra del cuore. Certo, mister Fabio Capello mi voleva e questo è stato gratificante”), dell’esperienza alla Lokomotiv Mosca in Russia, del ritorno in Italia all’Albinoleffe, praticamente a casa e del prosieguo della sua carriera.
“Cos’è stato – ha chiesto Serpellini - per un ragazzo bergamasco giocare per la squadra della sua città?”
“Un sogno – ha risposto Ivan - che ho realizzato solo al termine della mia prima partita. Forse il passaggio al campionato russo mi ha impedito di raggiungere squadre di altissimo livello, così come gli infortuni, che ci hanno messo del loro, ma se mi guardo indietro sono soddisfatto della mia carriera”.
Infine, un focus sul ruolo quello del portiere, spesso un uomo solo: “Si è molto evoluto negli anni, adesso il portiere è chiamato a impostare l’azione, a giocare bene coi piedi. Il più forte di tutti? Buffon. Il migliore della Serie A? Carnesecchi”.