Crema, 22 marzo 2023

(bp) La sala “Frate Agostino” del Museo civico cremasco, ha accolto, sabato 18 marzo 2023, alle ore 15.30, la conferenza di natura storica-numismatica dal titolo “Le monete romane del Museo civico di Crema”, iniziativa curata dal Touring Club Crema, dal Gruppo culturale cremasco L’Araldo, in collaborazione con l’Ordine di Tarantasio del lago Gerundo e l’Istituto Storico del Risorgimento italiano.

Anna Maria Messaggi, in qualità di Console del Touring Club, sezione di Crema, ha ringraziato il pubblico presente in sala, introducendo l’argomento sulle monete antiche romane presenti presso la sezione archeologica del Museo civico; il Prof. Antonio Pavesi, su tale argomento, ha elaborato una dettagliata guida itinerante nel 1994.

Mario Cassi, Presidente dell’Araldo, ha tracciato il profilo del relatore, Prof Antonio Pavesi: nativo di Castelleone, dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo “Alessandro Racchetti” di Crema, si è laureato in lettere, con una tesi in storia della letteratura italiana, presso l’Università degli Studi di Milano.

Il relatore, nel corso della conferenza, ha evidenziato le peculiarità delle monete di età romana: l’Imperatore Traiano, il “tesoretto” di Camisano, il “ripostiglio” delle monete celtiche di Rivolta d’Adda e il “sesterzio” di Alessandro Severo.

Il Museo civico di Crema, nonostante le modeste dimensioni, possiede una notevole collezione numismatica, rappresentata da monete coniate in un orizzonte temporale intercorrente dall’età pre-romana e romana sino all’età contemporanea. Fra queste emergono anche alcune monete antiche di particolare valore.

Le monete romane del museo sono esposte, come le altre monete antiche, nella sezione archeologica, nelle vetrine 12,13,14 e nella vetrina delle monete di Camisano. Il gruppo di monete romane più importante è quello rinvenuto a Camisano: tesoretto costituito da circa circa 90 monete, suddivise, nella spiegazione, in due gruppi: il primo gruppo parte dalla moneta numero 1 sino alla moneta numero 46 ed è dedicato alla descrizione del “recto” (dritto della moneta); il secondo gruppo parte dalla moneta numero 47 sino alla moneta numero 90, ed è dedicato alla descrizione del rovescio.

Si tratta di un insieme di monete che il proprietario seppellì in un luogo nascosto, posto al sicuro da eventuali azioni malavitose. Nel complesso, nella roggia di Camisano, presso la cascina San Giacomo, vennero recuperate poco più di 500 monete, tutte costituite da sesterzi in bronzo e quasi tutte coniate dalla zecca di Roma, in età imperiale.

Dunque un quantitativo importante di monete, tali da costituire sicuramente il maggior deposito nel nostro territorio, unitamente al ripostiglio delle monete celtiche di Rivolta d’Adda scoperto nel 1975..

Ma oltre al “tesoretto” di Camisano, altre monete sono state trovate in varie zone del cremasco: Palazzo Pignano, che gode della fama del più ricco dei reperti romani e Vidolasco, nonché Offanengo. Trattasi di monete coniate in età imperiale, fatta eccezione di quella con la sigla del magistrato monetario Dosseno, risalente al periodo repubblicano e di tipo divisionale: assi o sesterzi.

Il sesterzio dell’imperatore Traiano rappresenta al meglio la “chiave di lettura” di una moneta romana. Traiano nacque nell’anno 53 d.c. presso Siviglia, in Spagna. Egli è annoverato dalla storiografia antica come “optimum princeps”, ovvero il migliore tra gli imperatori romani; titolo conseguito per le sue capacità di condottiero, amministratore e politico.

Il sesterzio di Traiano è connotato dalle seguenti peculiarità: il bordo o contorno che costituisce lo spessore e può essere liscio o rigato; la corona, parte circolare della moneta, che si colloca vicino al bordo, e, in genere, nelle monete romane è costituita da un cerchio perlinato; il dritto che in tutte le monete imperiali riporta l’effigie dell’imperatore e ci permette di conoscere l’uomo; l’esergo, parte inferiore della moneta, nella quale trovano spazio l’anno d’emissione, il valore e i segni della zecca; la faccia olato (superfici opposte della moneta); la leggenda che costituisce la parte più importante della moneta ed è scritta in lingua latina; è quindi necessario conoscere l’epigrafe latina per risalire alla data in cui fu coniata la moneta, facendo riferimento agli anni in cui governò l’imperatore ricoprendo cariche pubbliche; il rovescio rappresenta il lato opposto al dritto e reca un’immagine simbolica, a volte riferita ad una divinità o ad un’opera pubblica, altre volte ad una campagna militare combattuta dall’imperatore, oppure ad un’immagine che esprime le caratteristiche del suo governo. Tutti i sesterzi erano coniati con decreti del senato, in un lasso di tempo che spazia dall’anno 71 d.c. (la moneta più antica) al 253 d.c. (la moneta più recente).

Fra le prime monete emerse nel corso del reperimento del “tesoretto” di Camisano, vi fu quella raffigurante l’effigie di Alessandro Severo: trattasi di un sesterzo in bronzo,coniato nel 234 d.c. che, attualmente, fa parte della mostra esposta nella vetrina dedicata al tesoretto. Alessandro Severo governò dal 222 d.c. al 235 d.c. ma, considerata la sua giovane età, il potere fu esercitato dalle donne componenti la sua famiglia.

Nel 235 d.c. fu assassinato con la madre dal suo esercito, nel corso di una campagna contro le tribù germaniche. Al termine della relazione, ha fatto seguito la testimonianza di Andrea Zecchini, pscopritore del “tesoretto” di Camisano, in data 26 aprile 1997.