Crema, 22 settembre 2024

(Annalisa Andreini) Sophia Loren ha spento 90 candeline: icona del cinema ma anche icona della cucina intesa come identità.

Patria, origini ma anche famiglia, e quindi le ricette tramandate dalle mamme e dalle nonne, con tutto quel bagaglio di abitudini, tradizioni, sapori custoditi in vecchi quaderni un po’ consunti e nelle fotografie dei pranzi delle feste. 

In fondo gli ingredienti principali di questi piatti del cuore sono i ricordi, intrisi di sapori e odori e piccole frazioni quotidiane come il caffè mattutino.

Queste emozioni proustiane, legate a una pietanza e alla memoria, sono così forti da diventare un vero e proprio simbolo, andando oltre i confini di tempo e luogo. 

Allora, anche se si è lontani, degustando un piatto di famiglia, si ritorna indietro e il ricordo prende il sopravvento con forza.

Sophia Loren è proprio uno degli esempi più veraci della cucina intesa come identità e memoria. 

“Una donna che sa fare la pasta a regola d’arte ha un prestigio che resiste a un qualsiasi richiamo del tempo”, ha dichiarato l’attrice italiana. Originaria di Pozzuoli, era profondamente attaccata a tutti quegli ingredienti genuini e semplici, che poi nelle nostre mani possono prendere forma creando piccoli capolavori, sempre conditi con affetto, perché fondamentalmente cucinare significa donare un pezzo di sé.

Quali erano i suoi piatti preferiti? 

In assoluto il piatto di spaghetti, a cui diceva sempre di “dovere” tutto, seguiti dalle melanzane alla parmigiana di mamma Romilda e dai piatti tipici napoletani: il mitico gattò di patate, l’amatissima pizza, il sartù di riso e l’immancabile passata di pomodoro (a’ pummarola), che deve cuocere molto lentamente. 

Tanti si possono leggere nel suo libro Ricordi e Ricette. 

Anche i suoi film più famosi riportavano sempre un riferimento importante alla cucina a partire dagli storici spaghetti del film La ciociara. 

Non dimentichiamo inoltre che l’attrice ha aperto ben tre ristoranti: uno a Firenze, uno a Bari e uno a Milano. 

Si vocifera che uno dei suoi piatti preferiti fosse Le penne alla Maitò, un piatto cremoso (con sugo di pomodoro arricchito da burro di Normandia o buon burro italiano di malga, Parmigiano Reggiano e basilico) nato a Forte dei Marmi negli anni Sessanta, che all’epoca sembrava aver un gran seguito tra i vip. 

E il piatto che amava cucinare di più?

La pasta alla genovese, uno dei piatti più amati di sua mamma: un classico ragù napoletano in bianco con carne, molte cipolle e una cottura lenta e dolce, ideale per accogliere la pasta.

Infine, non si può non concludere con un dolce: il suo prediletto era il babà.

E, in effetti, come darle torto.