Crema News - Crema - Dialetto e derivazioni La Magùt race

Crema, 22 aprile 202

(Bernardo Zanini) Nel dialetto cremasco sopravvivono alcune terminologie che ci riportano ai secoli passati. Sono nomi, oggetti di uso comune che si usavano ancora nel 1900 al tempo della civiltà contadina e analizzandoli bene si scopre un mondo caduto nell’oblio dei secoli.

Con le invasioni barbariche (dal 166 al 476) si riversarono in Italia le tribù dei Frigi, Alemanni, Goti, Unni, Quadi e gli Alverni che avevano seguito Bellofeso con l’obiettivo non di colonizzare ma di saccheggiare e questi popoli hanno lasciato tracce nelle lingue dialettali italiane e Europee. I dialetti di Crema, Bergamo e Brescia sembrano corrispondere ai dialetti viventi delle genti delle Cevenne francesi. In Alvernia come a Crema le voci : giovine, due, muore, fine, garzone, si pronunciano, zoen, dò, mòr, fì, garzù, da qui si vede che l’analogia è evidente. Anche i Longobardi hanno lasciato molte parole in eredità alla lingua italiana, nel dialetto cremasco sopravvivono alcuni termini come sgurà (lavare con energia), mùchela (smettila), scagna (skranna,sedile), magù ( magone, preoccupazione), ardà (guardare), léna (sostenere), stràc (strak, stanchezza). Poi ci sono anche i nomi dei paesi che se finiscono in engo sono di derivazione longobarda come Pianengo, Offanengo, Ricengo, Ticengo e altre località e cosi anche molti microtoponimi, cioè nomi dei campi come braida, breda, campomalo, che sono nomi di questo ceppo germanico (il suffisso engo sta a indicare posto dove c'è un accampamento in celtico).

Appartengono invece al medioevo alcuni termini come l’argòt e il magùtt, che sono collegati fra di loro. L’argòt che ancora oggi indica qualcosa di indefinito, può terminare con la frase tipica: dam argòt (dammi qualcosa). L’Argòt, però deriva da argotico che era un linguaggio criptico usato nel medioevo dai costruttori di cattedrali gotiche, che lo utilizzavano tra di loro per non essere compresi dagli altri, ma di questo slang medievale non ci sono arrivati testi, a parte il dialetto magùtt. Il Magùtt deriva dal germanico magàt (ragazzo) ed è sinonimo di manovale e lo si trova nei dialetti cremaschi, bergamaschi, bresciani e milanesi.

Nel 1200 nei libri mastri della fabbrica del duomo di Milano, per disegnare le maestranze specializzate e la loro provenienza, si legge: magister carpentarius seguita dalla nota mag. ùttmagister ut supra cioè maestro come sopra e sembra indichi l’appellativo degli assistenti dei muratori, ossia manovali. Per cui in dialetto magùtt non è altro che l’argot, una continuazione della parlata argotica medievale che dal XIII secolo è arrivata sino a noi. Nel cremasco, a Trescore, ancora ai primi del 1900 esisteva il dialetto tapa magùtt, usato solo dai muratori e come esempio diamo alcuni termini: baiosa (casa), bernardì (quarto di mattone), ciapòt (frammento di mattone), rabòch (ragazzo). I Magùt parlavano tra di loro l’argotico, il gergo dei costruttori di cattedrali nel medioevo.