Crema, 09 maggio 2023

(Luigi Dossena) Gli anni '50 si aprono con il cambio dei vescovi al vertice della diocesi di Crema, Dapprima, nel 1950, c'è la rinuncia da parte del vescovo Francesco Franco che viene sostituito da monsignor Giuseppe Piazzi, che resta in carica fino al 1953, quando arriva il vescovo Placido Cambiaghi. Dieci anni più tardi il vescovo sarà monsignor Franco Costa che si fermerà un solo anno e al quale subentrerà monsignor Carlo Manziana.

Gran fermento in città, con la nuova vita del quartiere di Castelnuovo, l'arrivo della Van Den Bergh nel 1955 e l'Olivetti che rileva le "Macchinete". Inoltre, viene messa mano al palazzo comunale, che era pericolante e nel 1959 cominciano i lavori di ristrutturazione e consolidamento sotto la regia dell'architetto Carlo Perogalli e dell'ingegner Silvio Mosconi, lavori che si concluderanno nel 1962 e con ripresa, per il torrazzo, dal '64 al '67. Sempre nel 1959 si fanno importanti scoperte archeologiche a Offanengo e soprattutto a Palazzo Pignano. Ma anche a Crema in pieno centro si scoprono i resti di un antico forte, demolendo il vecchio albergo dell'Agnello, per far posto al primo supermercato cittadino, il Multi, che apre in via Cavour e anche in piazza Duomo.

Tra la fine degli anni '50 e l'inizio dei '60 spariscono dallo scalone di palazzo Benzoni, oggi biblioteca di via Civerchi, due splendide statue antiche, durante i lavori d ristrutturazione per ospitare il tribunale.

Nel 1963 viene inaugurato il museo civico di Crema e del Cremasco, con primo presidente l'architetto Amos Edallo. L'anno successivo sui resti di quella che fu la prima chiesa dedicata a S. Francesco, risalente al XIV secolo, viene costruita la Posta centrale. In via Rivafredda c'era una santella che viene rimossa e spostata in via Cavour, all'interno di un condominio.

Siamo nel 1968 quando termina la costruzione di un'importantissima opera: il nuovo ospedale. Nel mese di ottobre c'è il trasferimento dei degenti, ma non tutti, perché i cronici restano nella struttura di via Kennedy. La costruzione è costata 2450 milioni di lire.

Ma dopo la guerra si assiste alla nascita di molte aziende, soprattutto artigianali, che forniranno il substrato economico della città e del territorio. Tra le più grandi si ripara la Arrigoni in via Gaeta, danneggiata dalla guerra, che poi si trasforma in l'oleificio Gaslini in viale S. Maria e che in seguito sarà rilevato dalla Van den Bergh, in via Stazione c'è il Consorzio agrario, nascono la Canavese, la Smaltoceramica, riparte la fabbrica di organi Tamburini e le Autoguidovie aprono un capolinea in città. Ci sono anche la Bonaldi (meccanica) in via Indipendenza e la Leuenberger (colle) in via Cavalli, la fonderia D'Adda in via Carlo Urbino e la fabbrica di ghiaccio Bonizzoni, che in quegli anni viene ampliata.

Il resto appartiene alla cronaca recente.



1955 Il posto dove sarà costruita la nuova Posta

1962 Via Gaeta, la soc. Serio (le machinete)

1955 la santella che c'era in via Riva Fredda

1950 Via Gaeta con il margarinificio Arrigoni

1951 Le statue che c'erano sula scalinata di palazzo Benzoni

1951 La Stramezzi, che faceva ferri per i cavalli

1968 Si costruisce il nuovo ospedale

1965 I trasporti con la ferrovia

1959 Nasce la Van den Bergh

1950 Il Cresmiero

1859 Le statue sparite da palazzo Benzoni




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(LXI)

(Luigi Dossena) Grandi opere per la città cominciano nella prima parte del secolo breve. Parte nel 1928 e finisce nel 1933 la bonifica di 30mila pertiche del Moso, mentre costa oltre 5.5 milioni di lire lo scavo della prima fognatura cittadina. Siamo nel 1933 quando gli uomini, badili alla mano, preparano il primo tratto fognario. Nel 1936 il seminario si trasferisce nella sede attuale, abbandonando la prima residenza. Sempre in quell'anno muore in miseria a Brescia il grande scenografo e architetto Luigi Manini, anche lui vittima di ruberie quando era in tarda età. Ma l'anno nefasto è il 1937, quando brucia il teatro del Piermarini, si dice, ma senza alcuna prova, per mano di un incendiario. La piccola Scala va in fumo e Crema perde il teatro, tra i più famosi e rinomati della Lombardia. Qui venivano a fare le prove i cantanti, perché l'acustica era perfetta e permetteva di correggere errori e storture prima del debutto a Milano. Sempre quell'anno piazza del Duomo diventa più bassa di 30 centimetri, per livellarla e portarla tutta alla stessa altezza. La pavimentazione è in blocchetti di marmo proveniente dall'Alto Adige. Anche le altre strade vengono ammodernate, con la rimozione delle trottatoie e per la prima volta viene steso uno strato di bitume. La pavimentazione a ciottoli resta solo nelle piazza S. Domenico (oggi Trento e Trieste) e delle Erbe (Istria e Dalmazia).

Passa la guerra e alla sua fine Crema vive momenti di espansione. In via Verdi viene interrata la roggia Rino e prima è prosciugata la roggia Crema pe rlasiare posto a quello che sarà il mercato coperto.

Nel 1945 la Ferriera è un'azienda in forte espansione: conta 940 dipendenti. Nasce nel 1883 come ditta Grioni e Coti Zelati e fabbricava chiodi e ferri di cavallo. Nel 1913 viene ceduta e diventa la Ferriera di Stramezzi e Marazzi.

Nel 1948 a Crema torna in funzione il tribunale: resterà attivo fino al 2013. Viene soppressa via dell'Assedio, che congiungeva Porta Ripalta a Porta Serio.

Arriviamo nel 1955, quando apre la Van den Bergh, ma assistiamo alla chiusura dello storico linificio. Nelle campagne fanno la loro comparsa le macchine agricole che aiutano gli agricoltori nel faticoso lavoro nei campi. Inoltre arrivano i menalatte che prelevano il latte dalle cascine per portarlo ai tanti piccoli caseifici che producono formaggi e altri prodotti caseari che diventano un'eccellenza del posto.

Altre innovazioni arrivano in città, ma questa è un'altra storia, la prossima.


(LXII)

(Luigi Dossena) Crema esce dalla guerra mondiale. Fortunatamente risparmiata dalle bombe, ma non dai lutti. Si contano alcune vittime, soldati non più tornati dal fronte, altre fucilate dai nazisti in fuga, altre ancora morte a causa delle armi belliche disseminate anche nella nostra zona. Durante il conflitto mondiale la politica locale fa vedere cambi di scena ricorrenti. Nel 1942 viene destituito dalla carica di podestà l'avvocato Enrico Mansueto e gli succedono, il 26 luglio dell'anno seguente, i commissari prefettizi Leonardo Spatazza e Ferdinando Lalli, a loro volta destituiti il 30 settembre. La carica torna a Mansueto, che però rinuncia a favore di Giovanni Agnesi. Il conflitto mondiale termina e Crema ha un nuovo sindaco, il maestro Francesco Boffelli, nominato il 27 aprile 1945 dal comitato di liberazione. Bpffelli sta in carica fino al 22 ottobre del 1946, quando l'incarico passa a Carlo Rossignoli.

Le prime elezioni avvengono il 30 giugno 1947 e portano al primo sindaco votato dal popolo, Clemente Sinigaglia che resterà in carica fino al 1951, quando sarà sostituito, il 9 giugno, dal maestro Virgilio Pagliari che conserverà il ruolo per cinque anni, come da legge, lasciando il posto a Giacomo Cabrini, il 9 giugno del 1956.

Intanto a Crema si accentua il fenomeno dell'esodo dalle campagne per arrivare in città. Pochi i danni che la guerra ha arrecato al borgo, marginalmente interessato dai bombardamenti che avevano come obiettivo Milano. Qui viene bombardato il ponte della ferrovia, distrutto il torrione di via Stazione e alcune case. Proprio il problema della casa deve essere risolto. Ci sono molti sfollati senza tetto che vengono ospitati in quello che oggi è il museo. Viene costituita una commissione edilizia composta dal sindaco, dagli ingegneri Michelangelo Gelera e Luigi Cantoni, dall'avvocato Guido Verga. Resta in carica per un anno e poi i suoi componenti si dimettono a favore dell'ingegner Umberto Valdameri, del geometra Mario Moretti e dal quasi architetto Beppe Ermentini, che sta terminando gli studi. Tra i primi lavori c'è interramento della roggia Crema, che passa in via Verdi, l'allargamento di via Monte di Pietà, con l'abbattimento di un pezzo di mura venete, la realizzazione di piazza Marconi e via Bottesini e poi via Ponte della Crema che porta fino in piazza Garibaldi. Si costruisce la fognatura nella parte ovest della città. Per portare il traffico fuori Crema si costruiscono viale Indipendenza, via Treviglio e via Milano, poi via Circonvallazione Sud (oggi via Libero Comune e via Visconti), con la costruzione del nuovo ponte sul Serio.

Già nei primi anni dopo la seconda guerra mondiale si discute del ponte di via Cadorma, che qualcuno vorrebbe abbattere e rifare, dato il suo stato. Il comune però incarica la ditta Lancini delle riparazioni. Già da allora si parla di un sotto passo che bypassi la ferrovia e che transiti sotto il ponte della stessa. Non se ne fece niente e il problema del superamento della strada ferrata resta irrisolto fino a oggi.

Ma altre costruzioni importanti riguardano la città. Ma questa è un'altra storia, la prossima.


(LXIII)

(Luigi Dossena) Nasce il quartiere di Crema Nuova. Dopo la guerra c'erano ben 200 sfollati, sistemati al S. Agostino ed è necessario dar loro una casa. I lavori per la costruzione del nuovo quartiere di Crema partono nel 1951. Verrà deviato il corso della roggia Rino; nella zona, prima che cominciassero i lavori, c'erano solo due costruzioni. Una era la Pulverera, dove una volta si custodiva la polvere da sparo e l'altra un ponticello detto punt dal luf che superva la roggia.

Nel 1951 viene aperto il primo ambulatorio medico comunale, con un dottore e due assistenti e in città lavorava un dentista... ambulante sin da prima della guerra. Aveva il suo laboratorio all'aperto in piazza del Duomo, dove estraeva denti, tra gli applausi degli astanti. Si chiamava Calderoli ed era il nonno dell'odierno deputato della Lega. Singolare l'anestesia: nel momento dell'estrazione il paziente veniva distratto da alti squilli di tromba e la trovata funzionava perché in men che non si dica il dente era cavato. Sempre nel 1951 il nostro territorio è colpito da un'alluvione che inonda completamente le vie di comunicazione. particolarmente colpito Montodine. A Crema viene aperto il grande ponte che supera il Serio in quella che oggi è via Libero Comune/via Visconti. Apre la scuola industriale Marazzi alla quale viene in seguito aggiunta la media, oggi Galmozzi. Lì prima c'era il mercato del bestiame. Parte anche la costruzione del mercato coperto, in via Verdi che termina nel 1956. In quell'anno fa il suo esordio il servizio di nettezza urbana, con furgoni e bidoni a chiusura ermetica e macchina per lavare le strade. Vanno in pensione i due asini (Schiaffino e Chitara) e il mulo che sin lì raccoglievano i rifiuti. Nel 1956 comincia a lavorare il tribunale, sito in via Civerchi nel palazzo Benzoni, , dove oggi c'è la biblioteca, acquistato dal comune e sistemato per lo scopo. A inaugurarlo sarà il sindaco Virgilio Pagliari, che si accorgerà anche che il palazzo del comune è molto malmesso e rischia di crollare. In attesa dei lavori di ristrutturazione fu lui a farlo puntellare. Sempre in quegli anni viene sistemata piazza Marconi, che trova spazio dove insisteva il teatro, bruciato nel 1937. Infine, c'è la stazione ferroviaria, ben diversa da quella odierna, immersa in un'oasi di verde e di piante con panchine dove potersi sedere e bere un caffè in attesa dei treni.

Un'ultima curiosità riguarda un personaggio bresciano che viene spesso a Crema. E' Giovanni Paneroni, il superastronomo che sosteneva che la terra era piatta e infinita, mentre il sole misurava solo due metri e girava intorno al nostro pianeta. Arrivava in piazza Garibaldi e teneva le sue prolusioni, acclamato da una folla oceanica alla quale vendeva i suoi scritti, sempre tutti esauriti.

Sul finire degli anni '50 arrivano le Poste. Ma questa è un'altra storia, la prossima.