Crema, 04 novembre 2023
La voce del silenzio cantata soffusamente dal coro, un'emozione forte per i presenti al funerale di Michele Cavalotti, il giovane cremasco morto in Oregon il 3 ottobre scorso a causa della caduta del suo Piper con il quale esercitava come istruttore di volo.
Una chiesa calda ed emozionata si è stretta vicina ai genitori, Ilenya e Giorgio e alla sorella Marta. Tante parole dolci che però non leniscono il dolore, che al momento difficilmente sono riuscite a far dimenticare per qualche attimo l'immane tragedia, ma solo ad allontanare per qualche istante il triste momento del distacco. Questo momento che si è spinto un po' più in là, più in là possibile, ma che comunque è arrivato. La famiglia esce dal Duomo con la cassetta con le ceneri di Michele tra le mani. Lo portano a casa, nella sua casa, dove troverà un posto in vista perché lo si possa aver presente in ogni momento.
Emozione, commozione. Parole dolci pronunciate dagli amici, anche un'esortazione in inglese. Poi i ricordi, una valanga anche se la vita di Michele è stata breve.
Una vita breve ma intensa, dove questo ragazzo partito da Crema e approdato negli Stati Uniti, in Oregon a Newberg, aveva già realizzato i suoi sogni. Sogni ribaditi da chi lo conosceva bene, dagli amici, dai compagni di scuola e di arbitraggi, dai parenti e che oggi, tra le lacrime, l'ha lasciato andare, l'ha lasciato volare per sempre dove non ci sono piste di atterraggio e dove spazio e tempo sono concetti superflui.
Gli ultimi saluti, la speranza, espressa, che possa stare vicino impalpabilmente ai suoi cari, nei ricordi, nelle consuetudini, nella mente di chi non avrebbe mai voluto perderlo.
Adesso vola per sempre.