Crema News - Bimbo conteso

Crema, 14 ottobre 2020


Storia di un bambino conteso tra mamma e papà, tra Italia ed Estonia, di tribunali e avvocati. Storia di un bambino che dovrebbe vivere tranquillo e in pace e che, nonostante abbia solo sei anni, dovrebbe avere diritto di dire la sua, di farsi ascoltare, visto che si sta decidendo del suo futuro prossimo.

Ivan (nome di fantasia) nasce sei anni fa in Estonia. La mamma è di quel Paese e il padre, cremasco, al momento della nascita è in America per lavoro. Riceve la notizia, brinda e quando torna a casa vede il suo bambino con la mamma nella sua casa cremasca. Tutto bene per qualche tempo e poi cominciano i problemi, tanto che la madre un giorno prende il bambino e torna in Estonia. Il padre li raggiunge e comincia una lunga battaglia in tribunale, fatta di giudizi e ricorsi ma che vede il cremasco soccombere, un po’ per difficoltà di farsi capire, un po’ per problemi con gli avvocati del posto.

Ivan viene affidato alla mamma, tuttavia i genitori trovano un accordo: resterà 15 giorni a turno con uno e con l’altro genitore. Ma in Estonia in piccolo non sta bene, vive in un ambiente malsano, ha difficoltà di rapporti con il nuovo marito della madre e con il fratellastro che ha dieci anni più di lui. Inoltre, abita in un piccolo appartamento al quarto piano di un caseggiato senza avere la possibilità di uscire di casa. In Italia, invece, vive in una villetta con giardino, un cavallo e altri animali ed è sereno e tranquillo.

Il padre fa partire una causa in Italia, presso il tribunale dei minori di Brescia, dove chiede l’affidamento esclusivo del piccolo, causa che però lo vede perdente. A quel punto, per ordine del giudice, il bambino dovrebbe tornare in Estonia, ma scoppia il coronavirus, siamo a febbraio di quest’anno e quindi Ivan non si muove da qui. A settembre però il bambino dovrebbe rientrare al Paese d’origine. Il padre però nel frattempo ha cambiato avvocato e ingaggiato il legale Vincenzo Ezio Esposito, il quale propone appello e ferma il piccolo in Italia, in attesa del giudizio della Corte d’appello di Brescia, che si discuterà a fine mese.

Il piccolo non vuole tornare in Estonia. Forse il giudice lo ascolterà.