
Spino d’Adda, 10 febbraio 2023
(Valentina Ricciuti) Doccia fredda sul nuovo ponte di Spino d'Adda e su tutto il territorio cremasco che da lustri attende il completamento del raddoppio della Paullese. L'aumento dei costi, schizzati da 21 a 39 milioni di euro, reso noto da Mirko Signoroni, presidente della provincia di Cremona, mette in serio dubbio la realizzazione del nuovo manufatto d'acciaio. Laconica è la frase del sindaco di Spino d'Adda, Enzo Galbiati, che commenta: "La cosa più assurda è che quando c'erano i soldi sufficienti per costruire l'opera non avevamo a disposizione un progetto validato dai vari enti e dal ministero. Ora che il progetto è quasi pronto, non abbiamo più fondi a sufficienza e non abbiamo più le coperture finanziarie necessarie per l'approvazione ministeriale per dar via alla gara. Sono sconcertato, siamo in balia della burocrazia."
Ma è solo colpa della burocrazia o la politica ci ha messo del suo? In effetti delle responsabilità importanti da parte degli amministratori ci sono, basti solo ricordare come nell’autunno 2018 (quando i soldi erano sufficienti), nonostante i solleciti pervenuti sin da dicembre 2017, non era ancora pervenuto né il pagamento al Ministero dell’Ambiente da parte delle province della quota di 25mila euro necessaria per la verifica di ottemperanza sul progetto definitivo né il richiesto piano particellare degli espropri.
Così come, a fine 2018, fu necessario l'intervento sempre da parte del ministero dei trasporti per risolvere il pasticcio di cambio di competenze tra città metropolitana e provincia di Cremona, che aveva messo a rischio il finanziamento. Ritardi attribuibili al corpo politico dirigente che contribuirono a dover sottoporre nuovamente il progetto alla valutazione ambientale, scaduta dopo 10 anni di attesa. Fino ad arrivare al ritardo, questa volta sí burocratico, dell'ex ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, che per più di un anno ha lasciato la provincia in stand by.
La notizia ha colto di sorpresa tutta l'area omogenea, perché i 6/7 milioni in più stimati a causa dell'aumento prezzi nel mese di novembre, sono in realtà diventati 17. Un'enormità difficilmente colmabile. Continua il primo cittadino: "Negli scorsi anni, grazie ai fondi ministeriali e regionali eravamo riusciti a coprire l'intero costo di realizzazione, ma con un aumento del 75% dei costi, senza un ulteriore intervento da parte di questi enti non saremo in grado di avere il nuovo ponte. Per la provincia da sola la cifra è insostenibile".
La palla passerà tra le mani della nuova giunta regionale che si insedierà dopo le elezioni del 12 e 13 febbraio.
Il sindaco di Spino d'Adda non trattiene la delusione e l'arrabbiatura di chi da anni attende, insieme ai suoi cittadini e quelli di un intero territorio, un'opera necessaria per la sicurezza stradale e per l'economia di un territorio importante. "Prima di parlare di altre maxi opere nella nostra provincia, come l'autostrada Cremona-Mantova, vanno trovati i fondi per completare quelle infrastrutture rimaste incompiute come la Paullese e il Ponte di Spino. Paghiamo lo scotto di una burocrazia soffocante. Senza ponte si creerebbe un imbuto intollerabile e si rischia di mantenere a tempo indeterminato una situazione di grande pericolo dal punto di vista della sicurezza stradale. Quanto sia insidioso il restringimento, in direzione Milano, da 4 a 2 corsie prima del ponte è evidente a tutti. Il grande numero di incidenti gravi di questi anni parla da solo. Il cremasco è stanco di essere trascurato e chiede a gran voce, con tutta l'Area omogenea, il completamento di quanto iniziato troppi anni fa".
E così che il territorio cremasco deve fare ancora i conti con un'opera incompleta. Il modello progettuale scelto nel passato della classe dirigente, fondato sulla realizzazione per lotti indipendenti di competenza di tre province differenti (Cremona, Lodi e Milano) si è dimostrato fallimentare. Probabilmente la burocrazia è solo contorno abbondante di un piatto preparato dalla classe politica che era già di per sé indigesto.
Nella foto, l'attuale ponte