Rivolta d’Adda, 29 maggio 2025

(Gianluca Maestri) L’amministrazione comunale va avanti nonostante la vicenda giudiziaria che riguarda il sindaco Giovanni Sgroi, da alcuni giorni agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Ad annunciarlo è Marianna Patrini, vicesindaco, chiamata a reggere le sorti del comune a seguito della sospensione dello stesso Sgroi da parte del prefetto di Cremona.

“Voglio rassicurarvi – scrive la Patrini in un comunicato alla cittadinanza - che nonostante questo cambiamento l’amministrazione e gli uffici comunali stanno continuando e continueranno a lavorare con piena operatività, con impegno e dedizione allontanando ogni possibilità di interruzione rispetto agli obiettivi e ai progetti in corso con l’immutato impegno di rappresentare, nell’istituzione comunale, tutti i cittadini rivoltani, di interpretare le loro esigenze e di concretizzare soluzioni ai bisogni della cittadinanza. Tocca a me – prosegue la vicesindaco - guidare l’amministrazione della comunità rivoltana con impegno e responsabilità nel rispetto delle istituzioni e al servizio del bene comune. Insieme possiamo superare questa fase e continuare il cammino svolto fino ad ora”.

Intanto però è insistente la voce che la giunta abbia già perso un pezzo: l’assessore esterno all’ecologia Roberto Marazzina si sarebbe dimesso. Sinora non è stato possibile contattarlo.

Sul fronte dell’opposizione, dopo il gruppo di minoranza RivoltiAmo ed il circolo locale del Pd, a chiedere le dimissioni di Giovanni Sgroi sono anche il segretario della federazione provinciale del Partito Democratico, Michele Bellini, ed il coordinatore dei circoli del Pd del circondario cremasco Daniele Qalliaj. “In un momento così delicato – afferma Bellini - il nostro auspicio è che la maggioranza alla guida del comune di Rivolta rifletta con senso di responsabilità sul futuro amministrativo del paese, mettendo al centro esclusivamente il bene del paese e dei suoi cittadini”.

“Mi auguro che prevalga il senso di responsabilità – sostiene Qalliaj - e venga fatta una scelta che tuteli il comune e la cittadinanza di Rivolta d’Adda”.