Agnadello, 30 maggio 2025
(Gianluca Maestri) Lo stadio olimpico di Roma ha ospitato lunedì e martedì la due giorni dei Giochi della Gioventù promossi da Sport & Salute. Un evento che, pur partendo con obiettivi precisi, per qualcuno ha riservato molte sorprese trasformandosi in un’esperienza intensa e formativa. Parliamo dell’agnadellese Sofia Beneggi, alunna della locale scuola media Palmiro Premoli.
L’obiettivo iniziale di Sofia e delle sue accompagnatrici era chiaro: partecipare alla finale nazionale degli 80 metri piani, specialità in cui lui è fresca di titolo regionale, ma una volta giunte a Roma, per loro il programma ha preso una piega diversa, dando vita a un ricco ventaglio di attività dimostrative e promozionali. È stata un’occasione unica per lei per sperimentare nuove discipline, vivere l’inclusione e riscoprire il significato autentico dello sport.
Nonostante le variazioni rispetto al programma previsto, la Lombardia ha conquistato un prestigioso secondo posto a livello nazionale anche grazie al contributo di Sofia che ha potuto provare percorsi di parkour, di ginnastica, di pickleball e di pallavolo portando in alto il nome del suo istituto e della sua comunità.
“Ci aspettavamo di correre una finale e invece ci siamo ritrovati a esplorare discipline nuove e a vivere il significato più autentico dello sport: partecipazione, scoperta, condivisione”, racconta l’insegnante di educazione fisica Vittoria Bellandi che ha accompagnato Sofia nella capitale assieme all’educatrice Giorgia Vecchia. In questo contesto, l’esperienza è stata particolarmente significativa per la giovane atleta agnadellese che ha affrontato ogni novità con maturità e spirito positivo sapendo gestire ritmi intensi, lunghi tempi di attesa e attività impreviste con un atteggiamento esemplare, sia dentro che fuori dal campo.
“Sofia ha affrontato ogni cambiamento con un sorriso, senza mai lamentarsi. È stata meravigliosa anche nella gestione di lunghi momenti di attesa”, aggiunge l’insegnante. Tra i momenti più toccanti la premiazione degli atleti paralimpici, presenti in gran numero, che ha rappresentato un gesto di grande valore simbolico, un forte messaggio d’inclusione e rispetto per ogni percorso sportivo.
“Siamo tornate stanche, sì, ma arricchite e con la certezza che certe esperienze, anche se impreviste, lasciano il segno nel cuore di chi le vive con il giusto spirito”, conclude la Bellandi. Un’avventura che lascia nel cuore un mix di stanchezza e gratitudine. Perché nello sport, come nella vita, non sempre va come previsto ma, se si è capaci di cogliere l’occasione, anche il cambiamento può diventare una straordinaria lezione.