Offanengo, 13 dicembre 2024
(Valentina Ricciuti) Signore e signori ecco a voi sua maestà il torrone. Una storia fatta di tante storie, quella raccontata da Annalisa Andreini.
Dai paesi arabi, alla Spagna e poi su e giù per l'Italia. La food blogger cremasca ha tenuto l'ultimo di una serie di incontri sulla cucina del territorio, organizzati dalla biblioteca di Offanengo e dalla commissione cultura presieduta da Monica Tessadori.
Davanti a una trentina di persone si è potuta ascoltare la storia del famoso dolce che ha tra i suoi ingredienti principali il miele, le mandorle e l'albume d'uovo.
Tra letture di momenti storici, ricette e assaggi (il torrone in purezza ma anche il tiramisù ricotta e granella di torrone, ricetta personale della food blogger) i presenti hanno potuto conoscere i segreti del torrone di Cremona, quello di Crema, con la formula speciale e unica di Bandirali e poi il torrone gelato alla napoletana, che si preparava a casa Manzoni e descritto nel libro che riporta il carteggio tra Vittoria Manzoni e la figlia Matilde. Senza dimenticare quello sardo e siciliano.
"Pare proprio che il torrone sia stato servito (a Cremona) per la prima volta al banchetto delle nozze di Bianca Maria Visconti con Francesco Sforza", scriveva lo chef cremonese Alberto Naponi, in un capitolo del libro 'La poesia è un risotto all'acciuga', letto dalla Andreini durante la serata.
E poi ancora: "Il torrone classico cremonese, come lo facevamo noi, era realizzato con l'albume montato, lo zucchero, il miele, il cedro e l'arancia canditi e con le mandorle tostate messe in ultimo per evitare che buttino fuori l'olio in cottura. Si cuoceva dodici ore in contenitori di rame immersi in acqua fino a quando non si gonfiava, quindi si aggiungevano le mandorle".