Castelleone, 20 marzo 2025
(Gianluca Maestri) Tantissima gente, ieri sera, per una delle più antiche e delle più sentite tradizioni cittadine, quella del falò di San Giuseppe, quest’anno tornato nella data canonica del 19 marzo (nel 2024 venne invece posticipato di un mese per via della necessità di rispettare le disposizioni regionali che vietavano l’accensione di fuochi sino al 15 aprile).
L’evento con il quale i castelleonesi, bruciando in piazza Isso una catasta di fascine di legno con in cima un fantoccio che simboleggia l’inverno dicono addio alla brutta stagione salutando l’arrivo della primavera ed auspicando una stagione mite e di buon raccolto nei campi, è stato organizzato come sempre dal locale gruppo Amici del Falò previo accordi presi con l’amministrazione comunale, la polizia locale e la protezione civile.
Preparato il tutto con accorgimenti vari e secondo i crismi della normativa vigente, il rituale è andato in scena come tradizione vuole: la celebrazione della messa in chiesa parrocchiale da parte del parroco don Giambattista Piacentini, presenti il sindaco, la giunta ed i consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza, la statua del Santo portata a spalla in processione, sulle note della banda musicale cittadina, lungo via Roma verso la chiesa di san Giuseppe in via Bressanoro ed il passaggio del corteo religioso in piazza Isso, davanti all’antica torre simbolo della città con il falò acceso.
Un bello spettacolo, una grande festa, della quale all’ombra del Torrazzo si va giustamente fieri e che è proseguita fino a sera inoltrata, quando, una volta spente le fiamme, gruppi di persone, giovani e qualcuno anche meno giovane, si sono radunati per tirar tardi in allegria e in compagnia.