Sergnano, 12 maggio 2023
(Marco Degli Angeli) Un nuovo colpo di scena. Nuovi pozzi, no. Sovrapressione sì.
Il ministero dell'ambiente, dopo aver bocciato il progetto dei 38 nuovi pozzi di stoccaggio gas a Sergnano, accetta, con motivazioni che vanno a contraddire le precedenti, la richiesta arrivata da Stogit di aumentare la capacità di stoccaggio gas di 350 milioni di metri cubi.
Nonostante le rassicurazioni arrivate dall'amministrazione comunale, che in assemblea pubblica, aveva parlato di una istanza che "era di fatto bloccata", sotto i piedi e le case dei sergnanesi verrà stoccato quindi sempre più metano e si passerà dagli attuali 2,5 miliardi di metri cubi a 2 miliardi e 850 milioni andando in sovrapressione. Un progetto che ha poco a vedere con la crisi energetica, ma che persegue fini speculativi. Da qualche anno l'Italia infatti è esportatore di gas verso l’unione europea, con 4,5 miliardi di metri cubi usciti dal nostro Paese nel 2022, quindi la sovrapressione, verosimilmente, potrebbe servire per rifornire gli altri Paesi nel Mediterraneo.
Solo nel nostro Paese due commissioni tecniche dello stesso ministero potevano arrivare a deliberare nello stesso tempo che le trivelle andavano fermate per mancanza di studi sismici adeguati e al contempo autorizzare una sovrapressione considerando idonei i profili di sismicitá dello stesso sito. Un cortocircuito di logica e di buon senso che ricadrà su tutto il territorio cremasco in cambio di pochi spiccioli di compensazioni. La preoccupazione cresce e ci si attende una presa di posizione dell'Area omogenea cremasca, che al momento rimane in religioso silenzio a guardare.
Nelle foto, la zona sismica e la Stogit di Sergnano