Crema, 20 febbraio 2024
I cinque operai morti nel cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga a Firenze erano persone con nomi, famiglie, storie. Solo nei primi 15 giorni del mese di febbraio sono 40 i “caduti sul lavoro”.
Negli ultimi anni CGIL e UIL non hanno mai smesso di denunciare i troppi incidenti, le troppe morti nei luoghi di lavoro e hanno continuato a chiedere risposte concrete per fermare queste tragedie, inascoltati.
Ecco perché, dopo l’ennesima tragedia finita sulle cronache nazionali, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Fillea-Cgil, Feneal-Uil, ovvero le sigle sindacali di Metalmeccanici e Edili di CGIL e UIL, hanno proclamato per mercoledì 21 febbraio sciopero nazionale nelle ultime due ore di ogni turno.
“È il momento che il governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza vadano oltre il cordoglio e si assumano le proprie responsabilità - spiega Armando Generali, Segretario Generale FIOM CGIL Cremona. - Massimo ribasso, appalti a cascata, assenza di controlli e precarietà del lavoro non sono fatalità ma conseguenze di scelte precise.”
“Si è deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio” - aggiunge Roberto Rocchi, Segretario FILLEA CGIL Cremona - “deregolamentare la catena degli appalti, non intervenire sugli appalti privati, fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte sono in un cantiere e di costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. Non è possibile che un’impresa edile possa nascere dall’oggi al domani senza controlli e partecipare agli appalti”.
È stata ignorata la Piattaforma unitaria di CGIL, CISL e UIL, continuando ad agire senza il confronto con chi è nei posti di lavoro e rappresenta milioni di lavoratrici e lavoratori.
A Cremona, oltre ad incrociare le braccia per le due ore finali dei turni di lavoro come in tutto il territorio nazionale, i Metalmeccanici e gli Edili, dalle 16 alle 18, organizzeranno un presidio davanti alla Prefettura per rinnovare le richieste affinché queste tragedie finiscano.
“Vogliamo il buonsenso - concludono i sindacalisti - a partire dalla formazione obbligatoria prima di accedere ai luoghi di lavoro, la parità di trattamento negli appalti, agibilità per i responsabili alla sicurezza e l’apertura di un vero confronto con il Governo sulla nostra Piattaforma unitaria. Vogliamo semplicemente luoghi di lavoro sicuri e senza il ricatto della perdita del lavoro e dei salari bassi. A partire dai cantieri. Ogni singola tragedia è la tragedia di tutte e di tutti”.