Crema, 23 novembre 2024
Aria di burrasca e di barricate tra i pentastellati cremaschi in vista della fase finale della costituente del Movimento 5 Stelle in corso in questi giorni e che ridefinirà le nuove regole del partito guidato da Conte.
Giuseppe Conte? "Il miglior presidente del consiglio degli ultimi 20 anni, ma non la miglior guida come presidente del M5S". E poi ancora "Nessuno tocchi la regola del limite dei 2 mandati. Se dovesse cambiare me ne andrei". E sul tema delle alleanze: "No grazie. Il PD ci fagocita. Sui territori, penso alla mia provincia di Cremona, il PD è uguale o forse peggio della destra". Così Manuel Draghetti, coordinatore del gruppo territoriale cremasco, ha espresso il suo dissenso durante le agorà di confronto che hanno dato il via alla fase finale della costituente che si concluderà domenica a Roma e che ci dirà cosa ne sarà del movimento nato 15 anni fa.
Nel suo intervento l'ex consigliere comunale boccia in modo tranchant la linea politica di Conte e si mette di traverso rispetto al tentativo di modificare la regola che impedisce il professionismo politico. "Vogliamo dare la possibilità a questi parlamentari e a questa classe dirigente, che ci sta facendo perdere ogni elezione, di inchiodarsi alla sedia? Serve onestà, trasparenza e visione del mondo, non decenni di presenza nelle istituzioni, che ti corrodono l’anima". Afferma senza mezze misure Draghetti. Per poi concludere con una stoccata al partito democratico, che secondo la visione di Conte e degli attuali vertici, dovrebbe essere l'alleato cardine nel cosiddetto campo progressista: "Un M5S a fianco del PD diventerebbe un cespuglio senz’anima, con il ruolo di portatore del 2-3%, se va bene. Il M5S è nato contro il concetto di bipolarismo e questo rinnovato bipolarismo ci sta letteralmente uccidendo. Il M5S è nato per essere alternativo e per cambiare il modo di fare politica. Confondendoci nella massa informe di partiti che ci circonda, i cittadini non ci riconoscono più e non vanno a votare". Il gruppo cremasco riconferma quindi il forte attaccamento ai principi ispiratori del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianoberto Casaleggio e la forte contrarietà alla collaborazione con il PD. Anche nel Febbraio 2023 i pentastellati locali boicottarono le elezioni regionali lombarde perché contrari all'alleanza con DEM e non parteciparono alla campagna elettorale. In quell'occasione anche l'ex consigliere regionale Marco Degli Angeli in forte contrapposizione con le scelte dei vertici nazionali e regionali che decisero di sostenere la candidatura di Majorino decise di non ricandidarsi e successivamente lasciare anche l'incarico di coordinatore provinciale poiché in dissenso con la linea politica di Giuseppe Conte. A due anni di distanza è ancora momento di burrasca e barricate.