Crema, 05 marzo 2025

Il 4 dicembre 2024 si è tenuta la cerimonia di conferimento dei premi del Bihc Awards (Best Italian Healthcare Awards): si tratta di un importante riconoscimento per le strutture e i professionisti che eccellono nel settore socio-sanitario italiano. L’edizione 2024 ha visto tra i vincitori la Comunità Redancia Po, premiata al terzo posto per l’eccellenza nell’ambito del trattamento delle patologie psichiatriche. Un riconoscimento che sottolinea l’impegno del Gruppo Redancia nel fornire supporto qualificato a chi intraprende il difficile percorso della riabilitazione psichiatrica.

In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della salute mentale, le comunità riabilitative psichiatriche rivestono un ruolo cruciale nel reinserimento sociale delle persone con malattie mentali. Non si tratta solo di luoghi di cura, ma sono anche ambienti che promuovono la crescita, la consapevolezza e l’autonomia dei pazienti.

"La nostra comunità si chiama Redancia Po - dicono i responsabili del centro di Crema, - afferisce al gruppo Redancia con sede a Varazze e si propone come una vera e propria casa, organizzata in quattro villette a schiera nel quartiere di Ombriano, a Crema, con la quale cerca di favorire legami sempre più solidi".

A chi si rivolge?

"La comunità è diventata un punto di riferimento per chi cerca una cura che non si limiti alla semplice terapia farmacologica, ma che si estenda alla crescita personale e al recupero delle abilità sociali. La struttura è gestita da un’équipe di professionisti, tra cui psichiatri, psicologi, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica e assistenti sociali, che lavorano insieme per garantire un percorso terapeutico su misura per ogni individuo".

Per capire meglio l’esperienza vissuta all’interno della comunità, abbiamo realizzato un’intervista con alcuni pazienti che partecipano al gruppo di scrittura creativa, tenuto a cadenza settimanale, che hanno condiviso le loro esperienze.

Come descriveresti la comunità a chi non la conosce?

R.:"E'un posto dove le persone con varie patologie vivono insieme condividendo i problemi e aiutandosi vicendevolmente nelle varie mansioni giornaliere con l’aiuto di un operatore per riprendere l’autonomia, per chi ne ha bisogno, per raggiungere la padronanza di sè stessi e riuscire a gestire al meglio la propria malattia senza sentirsi feriti nell’orgoglio”

B.: “La nostra è una comunità psichiatrica anche se non lo sembra. L'obiettivo della comunità è curare varie patologie come ad esempio la depressione, la schizofrenia, l’incapacità di essere autonomi. Nonostante questo, non sembra né un ospedale clinico e neppure una psichiatria.”

G.: “Una persona fa un periodo in una comunità psichiatrica perché vuole, si spera, sistemare i tasselli di una vita che al momento non “funziona” e riprendersi la propria vita con l’aiuto di operatori qualificati”

Vivere in una comunità implica l’obbligo di condividere tempo e spazio con altre persone. Quali sono i pro e i contro di un tempo e uno spazio condiviso?

R.: “Una cosa positiva di vivere in comunità è che ti rendi conto di non essere l’unico ad avere questo tipo di malattia. Una cosa negativa è di fare fatica a volte a non avere le proprie abitudini e stare lontano dalla propria casa, dalle proprie cose e dagli amici”

G.: “Un contro è che non si può fare quello che si vuole quando si vuole, bisogna imparare a vivere “con noi” e non “con io”.

Qualcuno di voi è alla prima esperienza comunitaria, qualcun altro invece ha già vissuto in passato anche in altre comunità. Qualche volta nascono delle belle amicizie che sono destinate, prima o poi, anche se non necessariamente, ad un allontanamento. Nella vostra esperienza, ci sono state amicizie particolarmente significative nate in questi luoghi?

G.: “Entrare in comunità è anche un po’ doloroso perchè si lasciano fuori i propri affetti e amicizie, certo si telefona e si messaggia ma non si è in grado di vedersi dal vivo. A volte in comunità nascono amicizie che con il tempo si consolidano ma poi si perdono perchè magari una persona cambia comunità o torna a casa, ma resta sempre un bel ricordo e con alcune persone l’amicizia resta anche di più”

B.: “In particolare io ho trovato un fidanzato che purtroppo ha cambiato comunità il mese scorso. Questo mi ha fatto soffrire molto, per fortuna però il 14 febbraio per San Valentino sono andata a trovarlo.”

Quali sono i pregiudizi sulla psichiatria che hai incontrato nella tua esperienza?

M.: “Spesso si dice solo che siamo matti, ma è troppo generico, non dice niente di me, delle mie esperienze e della mia vita”

G.: “I pregiudizi sulla psichiatria sono spesso dati da frasi fatte tipo “sono matti, sono pericolosi, vanno internati”. Si ha paura delle persone con problemi psichici. Si ha paura di tutto quello che consideriamo diverso”

R.: “Chi pensa che chi si rivolge alla psichiatria sia pazzo è solo non sensibilizzato sull’argomento e non bene informato”

Come ti immagini tra cinque anni?

M.: “Spero arrivi presto il momento di cambiare perché voglio vivere vicino al mio fidanzato: lui mi dà sicurezza e voglia di vivere, sa starmi vicino e mi aiuta a capire quali sono le cose giuste e qualche volta mi merito anche una tirata di orecchie”

R.: “Tra cinque anni mi vedo con i miei amici cari, a raccontarci del nostro vissuto, ridendo anche delle nostre esperienze a volte non belle”

C.: “Tra cinque anni vorrei essere a casa mia e guarita, vorrei non avere più la depressione e ritrovare i miei vecchi amici”

"Questa breve intervista - concludono i responsabili - rappresenta solo un esempio di come una comunità riabilitativa psichiatrica possa essere un fondamentale punto di riferimento per le persone che affrontano disturbi psichiatrici, offrendo un ambiente sicuro e supportivo in cui possano intraprendere un percorso di cura, ma anche di integrazione sociale. Attraverso un approccio multidisciplinare, che coinvolge diversi professionisti della salute mentale e anche in collaborazione con le famiglie, la comunità lavora per facilitare questo reintegro sociale, l'autonomia e il benessere psicologico degli utenti. La sensibilizzazione al tema della salute mentale è oggi più che mai attuale e risulta fondamentale per costruire una società più accogliente e consapevole, in cui ogni individuo possa sentirsi supportato, indipendentemente dalle proprie difficoltà psichiche".