
Cremasco 31 agosto 2025
XXII Domenica ord. C
La Parola: Sir 3,17-20.28-29 Sal 67 Eb 12,18-19.22-24 Lc14,1.7-14:
Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Quando anni fa ho incontrato per la prima volta uno dei miei amici di montagna fui colpito dalla sua affermazione di aver fatto tutte le montagne a noi più vicine, le Orobie bergamasche. Allora non le avevo ancora scalate tutte quindi gli avevo chiesto alcune dritte per raggiungere le poche cime che mi mancavano. Con mia grande sorpresa mi ha rivelato che in realtà lui si riferiva ai rifugi e non alle cime. In un attimo son passato dall’umiltà del discepolo all’orgoglio del maestro.
Se devo essere sincero penso che per tutti noi il problema di avere un posto migliore al banchetto nel regno dei cieli attraverso anche una scelta di umiltà non esiste proprio. Per due motivi. Innanzitutto perché in fondo la cosa più importante nei confronti del regno dei cieli non è il ranking della nostra posizione: l’essenziale è esserci. Ma soprattutto temo che per tutti noi se per partecipare al banchetto finale nel regno dei cieli dobbiamo vivere con l’umiltà di chi si sente all’ultimo posto, non abbiamo alcuna speranza: siamo tutti troppo pieni di noi stessi e delle nostre capacità.
Davvero l’insegnamento odierno di Gesù parte da una profonda e realistica conoscenza dell’animo di ogni essere umano e il primo passo che tutti noi dobbiamo fare per cominciare ad avvicinarci alla beatitudine eterna è la consapevolezza della nostra piccolezza e di quanta umiltà ci serve per poterci sentire davvero all’ultimo posto e quindi degni dell’amicizia del Signore. La vera umiltà però non è quella di nascondere o negare i nostri talenti e capacità. Anzi, sappiamo bene che proprio il Signore Gesù ha insegnato più volte il nostro dovere di far fruttificare i talenti ricevuti. Quindi non dobbiamo rifiutare o nascondere i doni ricevuti da Dio ma piuttosto metterli a servizio degli altri e servircene per preparare un tesoro, e quindi una ricompensa, nel regno dei cieli. Saper usare delle proprie capacità e ricchezze per favorire la crescita umana e spirituale dei nostri fratelli è il primo e più importante impegno della nostra vita di cristiani.
Sappiamo bene invece che l’egoismo quotidiano ci spinge a valutare tutto in funzione del bene che ne possiamo ricavare, qui e ora, per noi stessi e per il benessere nostro e al massimo dei nostri famigliari e amici più stretti.
Quando pensiamo a come aiutare gli altri subito le scuse per rimandare o diminuire il nostro interesse e la nostra disponibilità a condividere, trovando ovviamente motivi pretestuosi e superficiali, diventano ostacoli insormontabili. Ma come dice Gesù il motivo per cui noi possiamo e dobbiamo sostenere i bisognosi non è tanto la necessità di mostrare il nostro buon cuore e neanche la necessità concreta di molti, vicini e lontani, ma piuttosto la consapevolezza che la nostra vita non è circoscritta nel piccolo e breve ambito degli anni vissuti su questa terra ma è in realtà aperta all’eternità.
Per poter completare in bellezza il dono della vita che abbiamo ricevuto dai nostri genitori dobbiamo assicurarci la continuazione nella vita eterna promessa da Dio ai suoi servi fedeli. Se ci pensiamo dobbiamo ammettere che in fondo per un piccolo impegno di umiltà e servizio verso i nostri fratelli più disagiati abbiamo la possibilità di guadagnarci un premio eterno che supera certamente ogni nostro calcolo umano. Le possibilità concrete per condividere i nostri beni ci sono, non aspettiamo l’ultimo momento o il giorno più adatto, perché il Signore è sempre presente accanto a noi e attende sempre con fiducia le nostre opere buone.