Crema, 27 novembre 2024
Si sblocca finalmente la progettazione del raddoppio dell’ultimo tratto della Paullese, riguardante la ‘tratta B’ e il ‘secondo stralcio’ che ricadono nei comuni di Paullo e Zelo Buon Persico. Grazie all’intervento di regione Lombardia è stato infatti affidato a Cal (Concessioni Autostradali Lombarde), la progettazione del tratto in direzione Milano dopo il ponte di Spino e la rotonda che collega alla TEEM.
“La Paullese – ha spiegato l’assessore regionale Claudia Maria Terzi – è assolutamente strategica ed è un’opera prioritaria non solo per il Milanese, il Lodigiano e il Cremonese, ma per tutta la rete viabilistica lombarda. L’impegno della Regione è stato fattivo e concreto sui diversi lotti che hanno riguardato il raddoppio dell’intera direttrice. A lavori ultimati, il potenziamento efficienterà le connessioni tra Milano, Lodi e Crema eliminando le interferenze con la viabilità locale. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti nell’accordo con Regione, ovvero la Città metropolitana di Milano, la Provincia di Lodi e Cal: con spirito di collaborazione e pragmatismo lombardo stiamo lavorando insieme per raggiungere traguardi comuni”.
Nello specifico i progetti dei tratti di Paullese in oggetto, già finanziati con uno stanziamento interamente regionale di 40,5 milioni di euro, sono quelli mancanti del 2° lotto posti tra il Ponte di Spino e lo svincolo Teem, fermi da anni. Si procederà alla redazione del progetto esecutivo della Tratta B e all’aggiornamento, secondo le normative vigenti, del progetto definitivo del 2° stralcio, da Zelo Buon Persico a Spino d’Adda, ponte escluso, per poi essere sottoposto all’approvazione del Cipess.
Il nuovo cronoprogramma prevede per la Tratta B la conclusione dei lavori entro il 2028 e per il secondo stralcio entro il 2030 (!).
Per quanto riguarda l’odissea del nuove ponte di Spino si è invece in attesa che la Provincia di Cremona sblocchi finalmente la pratica pagando i 25 mila euro dovuti al Ministero dei Trasporti per la chiusura delle pratiche progettuali. Da circa sei mesi infatti il ministero attende il pagamento per consentire il passaggio della pratica al Cipes per la validazione del progetto e successivo avvio della gara per la progettazione esecutiva. Sembra lo stesso film vissuto tra il 2016 e il 2019 quando i soldi per il nuovo manufatto sarebbero bastati ma a causa dei rimpalli e ritardi tra ministeri e province , e assegni dimenticati nel cassetto non si arrivò per tempo a definire un progetto esecutivo in tempi accettabili con conseguente esplosione dei prezzi (da 21 a 38 milioni di euro).