Cremona, 11 maggio 2023
Ultimo episodio, uno straniero che ha dato fuoco, non si sa come, a un materasso nella propria cella, lo scorso mese di marzo e per riuscire a salvarlo e ad arginare l’incendio per evitare che si propagasse con esiti imprevedibili, tre guardie carcerarie sono rimaste intossicate.
Solo la punta dell’iceberg che da tempo vede il numero dei detenuti ben oltre il limite stabilito e quello degli addetti ben al di sotto del previsto. Con le conseguenze che lavorare in queste condizioni comporta rischi quotidiani.
Per questo motivo, presso la Casa Circondariale di Ca’ del Ferro a Cremona, ieri mattina si è svolta una visita sui luoghi di lavoro da parte della delegazione Fp Cgil Polizia Penitenziaria composta da Sabrina Negri, segretaria generale Fp Cgil Cremona, Elena Giusti segretaria generale Fp Cgil Mantova, Mirko Manna Fp Cgil nazionale.
“Il carcere di Cremona, inaugurato nel 1992, è una struttura relativamente recente, ampliata anche dalla costruzione di un altro padiglione nel 2013. Tuttavia - afferma Sabrina Negri - la pianta organica del personale dei funzionari e assistenti amministrativi, non è mai stata adeguata all’incremento delle persone detenute ristrette. Addirittura, rispetto alla pianta organica originale, la carenza di organico dell’area educativa è del 33%, quella dell’area contabile è del 50% e quella del personale di segreteria è del 66%”.
Mirko Manna ha aggiunto: “Nemmeno la dotazione organica del personale di polizia penitenziaria è stata mai adeguata dopo la costruzione della struttura separata e comunque, su 223 poliziotti previsti, il carcere di Cremona ne annovera 173, cioè siamo sotto del 22% rispetto al pieno organico previsto. Il comando del reparto di polizia penitenziaria è affidato a un sostituto commissario che è coadiuvato da un dirigente di polizia penitenziaria. La polizia penitenziaria deve occuparsi della sicurezza in un carcere con un affollamento reale di popolazione detenuta del 122%, cioè sono presenti 440 detenuti su 370 posti realmente disponibili). Il 68% della popolazione ristretta, cioè 300 persone su 440, è composta da detenuti stranieri e come in tutte le carceri italiane, sono aumentate le aggressioni dei detenuti nei confronti dei poliziotti e i ritrovamenti di telefonini e sostanze stupefacenti”.
Dopo l’ispezione i sindacalisti hanno fatto sapere che è loro intenzione chiedere al più presto un confronto urgente con la parte pubblica per far fronte alle pesanti condizioni lavorative che ricadono tutte sul personale degli uffici centrali e sulla polizia penitenziaria in particolare.
Nelle foto, Ca' de Ferro