Pandino, 09 marzo 2025

(Annalisa Andreini) Un tuffo nel Medioevo, anzi, una cena.

È stata una cena in autentico stile medievale quella di ieri sera, allestita all’interno del suggestivo castello di Pandino, dedicata ad alcuni esperti di storia della cucina e del territorio e con la presenza del sindaco Piergiacomo Bonaventi.

A organizzarla i membri della Pro loco pandinese, un gruppo unito, seguito con grande entusiasmo dalla presidente Margarita Moron, attivissima nell’organizzare visite guidate ed eventi per promuovere Pandino e il territorio dal punto di vista storico, artistico e turistico.

Ed è proprio questo il fine che ha condotto la Pro loco a intraprendere un itinerario di lezioni on line di cucina medievale terminate con la cena in loco. A curare il ricco menu, l’esperta cuoca medievalista Elisabetta Carli, che ha guidato il corso, in collaborazione con la Pro loco.

Un itinerario di autentici sapori medievali, che ha rispettato le ricette autentiche scelte dai libri del periodo di costruzione del castello.

Si è cominciato con un piatto di verdura, come sempre si soleva fare nel Trecento e si è concluso con un dolce. Allora si pensava che lo stomaco fosse una pentola da riempire.

Prima portata: una zuppa di fagioli dall’occhio e pezzetti di maiale, conditi solo con zafferano e sale, seguita dalle lasagne. Non come le immaginiamo noi oggi, bensì una sorta di pasta lievitata, piuttosto spessa, impastata solo con acqua tiepida, tagliata a losanga e condita con il formaggio stagionato, abbondante pepe nero e un tocco di noce moscata. Una sorta di antenata della cacio e pepe moderna, senza nessun grasso (né olio né burro). Molto forte l’utilizzo delle spezie, che abbondavano in quell’epoca ed erano simbolo di ricchezza.

Ecco poi il piatto forte: un brodo saracenico (perché si presenta con colori piuttosto scuri e con prodotti di provenienza orientale), una sorta di stufato con frutta fresca e secca e diversi ingredienti speziati per aromatizzare il pollo, tra cui mela, uvetta, prugne secche, mandorle intere, datteri, lardo e varie spezie, in primis la cannella.

Come intermezzo della cena una torta salata (erano frequenti per stuzzicare l’appetito): una frolla neutra ospitava una farcia di ricotta, lardo e pancetta. 

Dulcis in fundo la Torta in balconata (di un anonimo veneto): una torta con diversi strati di una frolla, senza zucchero, alternata da golosi strati di crema preparata con latte di mandorla, uvetta, datteri e le classiche spezie.

Un dolce delizioso e intrigante, che rievocava gusti orientali, accanto all’inebriante Ippocrasso, vino dolce speziato.

Un menu, in cui si sono abilmente intrecciati sapori salati e dolci in una magica alchimia.

Si replicherà a breve con una cena aperta al pubblico su iscrizione, sempre organizzata dalla Pro loco.