Bolzone, 04 aprile 2024
(Annalisa Andreini) Quarant’anni di trattoria, di storia e di creatività.
Piatti fortemente ancorati al territorio e un'anima viva sono le caratteristiche della Trattoria Via Via di Bolzone che ha spento le sue 40 candeline.
Un bel traguardo di attività come ristorante che il patron Stefano Fagioli ha voluto condividere con tutti i clienti e con la giovane brigata. In primis sua figlia Delia, che si occupa della sala insieme a Deborah, Natalia, Martina, Alyssa, Mattia e Andrea. E poi i pezzi forti della cucina: Nicolò Pozzoli e Andrea Agosti, che con la loro professionalità portano avanti una forte vena cremasca ma non solo. E, infine, Luisa, Patrizia e Simona che collaborano nell’organizzazione. Una lunga storia cominciata nel 1984 e che continua nel tempo tant’è che a Bolzone ci si deve venire apposta, proprio come accadeva per le trattorie di un tempo e di campagna. E tant’è che proprio quest’anno ha ricevuto l’ambita Chiocciola Slow food di Osterie d’Italia 2024: un traguardo di qualità insieme alla citazione in tante altre guide come la Michelin 2023.
Tutto comincia con il locale “Zafferano” aperto dai fratelli Fagioli ed evoluto nel tempo alla ricerca di un’identità precisa, anche grazie a tanti incontri importanti tra cui Clementina Tacchini e Gabriele Foschi, fino ad arrivare alla “cucina del Via Vai”. Nel 2014 Marco Fagioli lascia la trattoria come pure Monica Bianchessi, arrivata in cucina nel 1995.
Una chicca? Il Via Vai è persino citato in un’intervista ai famosi attori Armie Hammer e Timothée Chalamet del film Call me by your name mentre parlano del tempo trascorso a Crema e dintorni durante le riprese. Entrando si può trovare un ambiente raccolto e rilassato con una veranda bioclimatica e un delizioso dehors estivo immerso nel verde. Una piacevole realtà in cui i menu variano sempre ma seguono molto la stagionalità e celebrano la cucina cremasca. Alcuni must inossidabili: salame con la giardiniera e tortelli cremaschi( secondo tradizione), salva con le tighe e il tipico pipetto, terrine di fegato grasso d’oca e patè, risotti, il coniglio al forno, le carni frollate, dessert studiati con attenzione( non certamente i “soliti”) che sanno chiudere una cena senza invadenza.
Il fiore all’occhiello è la cantina, da sempre curatissima, gestita da Stefano, mancato architetto convertito ai fornelli, a cui oggi piace definirsi “oste” e dedicarsi all’accoglienza. “Parlando dei nostri clienti- dice Fagioli- voi siete il cuore di questo ristorante. Siete stati al nostro fianco condividendo le nostre esperienze e rendendo ogni serata un momento speciale. Il vostro sostegno è ciò che ci ha motivato a dare sempre il meglio e a migliorarci continuamente. Mentre celebriamo questo importante anniversario desidero ringraziarvi di cuore per aver scelto di essere parte della nostra famiglia gastronomica”.
Quarant’anni di sapori costanti, di piatti della memoria ma anche di modernità perchè, come dice Stefano, “la passione evolve insieme alla crescita, alle esperienze che fai, alle persone che incontri. Non cucinerei mai un piatto che non mangerei io”.