Rivolta d’Adda, 16 febbraio 2024

C’è ancora amianto nel presidio ospedaliero Santa Marta di Rivolta d’Adda.

Nonostante negli ultimi cinque anni il nosocomio sia stato oggetto di alcuni interventi di bonifica e messa in sicurezza (rifacimento tetto e pavimenti della riabilitazione cardiologica al secondo piano e all’ala ex riabilitazione respiratoria al terzo), ci sarebbero ancora aree che necessiterebbero di un intervento. La stima economica per poter intervenire sulle aree più ammalorate e che quindi necessitano di una rimozione solerte, ammonterebbe a circa 1,1 milioni di euro, fondi che l’Asst di Crema avrebbe chiesto a regione Lombardia, ma che a oggi non è stata ancora messa a disposizione del nuovo Dg Alessandro Cominelli.

A sollevare il problema il Movimento 5 Stelle e la sigla sindacale Usb che negli scorsi mesi, attraverso lettere e atti ufficiali hanno approfondito la questione e chiesto un intervento risolutivo e immediato ai responsabili delle strutture.

La presenza di amianto è nota e certificata grazie anche a un censimento effettuato nel 2021 e notificato lo scorso 8 febbraio dall’Asst di Crema, ai tempi guidata dal direttore generale Ida Ramponi, all’Ats Valpadana (che da inizio 2024, per ironia della sorte, ha come direttore generale sempre la stessa Ramponi).

I controlli effettuati due anni fa avevano rinvenuto la presenza di amianto e fibre artificiali vetrose di categoria 2, ovvero “potenzialmente cancerogene” negli impianti tecnologici posti al piano interrato e in alcune zone puntuali e limitate al piano terra, in guarnizioni e coibentazioni di tubazione e flange, in condotte murate in aree accessibili al solo personale addetto, inoltre in tutti i piani erano state rinvenute porzioni di pavimenti e relative colle contenenti amianto, anche se in questo caso al tempo del rilevamento, si legge nella nota della direzione ospedaliera, i materiali apparivano integri e non friabili. Ma qualcosa deve essere cambiato, tanto è vero che si è reso necessario chiedere formalmente un impegno economico al Pirellone per poter sanare quanto prima la situazione, perlomeno per le zone più ammalorate.

Il M5S Lombardo, attraverso la consigliera regionale Paola Pollini, ha depositato un’interrogazione per chiedere a Regione Lombardia di erogare quanto prima il milione di euro necessario alla messa in sicurezza del presidio di Rivolta d’Adda, in cui nei prossimi mesi sarà attiva una casa di comunità per i servizi socio sanitari territoriali e una mappatura approfondita di tutti i presidi sociosanitari del territorio. Il sindacato Usb, avrebbe già chiesto degli incontri ufficiali ai responsabili del procedimento per chiedere un cambio di passo e un pronto intervento. Sul territorio si sta muovendo anche il Movimento 5 Stelle Cremasco che sta predisponendo una lettera ufficiale per rendere nota la situazione critica a tutti i primi cittadini dei comuni ricompresi nell’Asst di Crema, all’area omogenea e in particolare chiedere ai responsabili di Ats Valpadana di attivarsi subito. Per i grillini, il problema c’è e servono subito i soldi da parte di regione Lombardia (sempre generosa con Cremona e meno con Crema) e controlli stringenti da parte degli enti preposti.