
Cremasco, 13 aprile 2025
VI Domenica di Quaresima LE PALME C
La Parola: Is 50,4-7 Sal 21 Fil 2,6-11 Lc 22,14-23,56:
Dal Vangelo secondo Luca (23,33-48)
… Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto…
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Qualcuno proprio ieri mi ha fatto notare che non sono ancora cominciate in televisione le repliche dei vari film o sceneggiati che raccontano di Gesù e della sua passione, sottolineando il fatto che è sempre comunque interessante vedere queste ricostruzioni cinematografiche di vicende accadute circa duemila anni fa ma di cui abbiamo un resoconto abbastanza ordinato e fedele nei Vangeli.
Qualche problema soltanto nel vedere la Passione secondo la versione di Mel Gibson proprio per la crudeltà e la forza espressiva delle immagini proposte. Ma non possiamo dimenticare che la morte in croce di Gesù è stato un atto crudele e disumano compiuto da uomini verso un loro simile innocente e indifeso. Pensavamo proprio che questo modo di comportarsi fosse ormai solo un ricordo del passato, ma purtroppo sappiamo che anche ai nostri giorni si compiono atti così malvagi e crudeli anche se poi magari qualche giudice sentenzia che settantacinque coltellate non bastano per definire un omicidio come atto crudele.
Purtroppo ne succedono così tante, per non parlare delle guerre che possiamo seguire quasi in dirette in televisione, che rischiamo di assuefarci e ridurre tutto a una curiosità superficiale.
Anche Luca, concludendo il suo racconto degli avvenimenti riguardanti la morte di Gesù, ci ricorda esplicitamente come anche allora c’è molta folla a ‘vedere questo spettacolo’ non rendendosi conto che in realtà il piatto forte della Pasqua ebraica, l’agnello sgozzato ritualmente e consumato alla maniera antica per rinnovare l’alleanza con Dio, da quell’anno non sarebbe più stato un tenero agnellino, ma quell’uomo inchiodato alla croce, offertosi come il vero Agnello di Dio, l’unico capace di liberare davvero l’uomo dal male e dalla violenza che sempre si rinnova nel nostro cuore e nelle nostre opere, per stabilire la nuova ed eterna alleanza nel suo sangue.
Non possiamo neanche lontanamente immaginare come abbiano vissuto quella festa di Pasqua, a cui erano tutti profondamente legati, i familiari e gli amici di Gesù, chiamati a gioire insieme a tutti i loro fratelli nel ricordare le grandi opere di Dio compiute a favore del suo popolo, proprio il giorno in cui non era riuscito neanche a salvare il proprio Figlio da una morte infame.
Certo la nostra fede ci fa già guardare in avanti e le luci di quel sabato si prolungano fino a illuminare già la mattina della resurrezione, ma fermiamoci almeno un momento in silenzio e nel dolore, sentendoci partecipi della stessa loro sofferenza, come ci sentiamo partecipi delle lacrime di tanti uomini e donne e bambini del nostro tempo martoriati dalla guerra.
Dalla piena e consapevole partecipazione al dolore innocente di Gesù, della prima comunità cristiana, degli uomini e donne affranti dalla guerra e dalla violenza, può nascere poi la vera risurrezione di noi tutti, chiamati a offrire parole e gesti di pace e di amore a tutti, perché nulla vada banalmente dimenticato, ma tutto sia purificato dal perdono e dall’impegno comune a costruire un mondo davvero più simile alla volontà del Padre.
Solo allora la morte di Gesù e di tanti altri innocenti, potrà aiutarci a rinnovare il nostro cuore e la nostra mente perché anche il nostro mondo venga pian piano convertito al progetto di Dio.